La vicenda nasce in Spagna, dove lo studente Mikel Gómez, per avere scelto di indossare una gonna, viene cacciato da scuola. Il caso finisce sui social. TikTok (con un video che totalizza due milioni di visualizzazioni) fa da cassa di risonanza e spinge l’insegnante di matematica Jose Piñas a postare sul proprio profilo Twitter una foto in cui si mostra con indosso una gonna in classe, per solidarietà nei confronti del ragazzo vittima di stereotipi di genere proprio nel contesto – la scuola – che dovrebbe insegnarne l’abbattimento.
Il tweet di Jose Piñas
“20 anni fa ho subito persecuzioni e insulti per il mio orientamento sessuale al liceo dove ora sono insegnante. Molti insegnanti guardavano dall’altra parte. Voglio unirmi alla causa dello studente, Mikel, che è stato espulso e mandato dallo psicologo per essere andato in classe con una gonna. #LaRopaNoTieneGenero”.
Ddl Zan
Intanto in Italia si combatte ancora contro l’ostruzionismo che blocca a forza di audizioni il disegno di legge contro discriminazioni e violenze per orientamento sessuale, genere, identità di genere e abilismo. Ad oggi, dopo l’approvazione alla Camera, il disegno di legge Zan (dal suo relatore Alessandro Zan), è approdato in Commissione Giustizia al Senato, dove il leghista Andrea Ostellari, presidente di Commissione autonominatosi relatore del Ddl Zan, ha in programma di dare spazio a 170 audizioni.
“La Lega propone 170 audizioni in Commissione sul Ddl Zan solo per allungare i tempi. Una provocazione irricevibile. Ora i gruppi favorevoli si accordino per portare in aula il Ddl già approvato alla Camera”. È il Tweet di Laura Boldrini, del 25 maggio scorso, a sostegno del provvedimento di Alessandro Zan.
Sul tema è intervenuta anche Fabiana Dadone, la Ministra per le Politiche Giovanili, 37 anni, Movimento Cinque Stelle, che intervistata da Repubblica, chiarisce la propria posizione: “Noi siamo ancora qui impantanati a discutere del ddl Zan, ma fuori i giovani sono molto più avanti”.
Anche la ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina a favore della legge contro l’omotransfobia. Sul proprio profilo Twitter, infatti, dichiara: “L’aggressione di pochi giorni fa a Palermo dimostra che serve una legge contro l’omotransfobia. La legge è necessaria, ma non pensiamo che da sola possa magicamente risolvere i problemi. A scuola e in famiglia dobbiamo saper parlare ai più giovani e insegnare la cultura del rispetto”.