Oggi durante l’incontro avvenuto al Teatro Eliseo di Roma, dove tra i partecipanti figurava anche il ministro dell’istruzione Francesco Profumo, abbiamo ascoltato sonore contestazioni e notato evidenti imbarazzi. L’incontro moderato dal direttore del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano, ha visto l’intervento inatteso di persone del pubblico che non hanno risparmiato critiche e accuse contro le politiche del governo Monti .
Particolarmente vivace e decisa si è rivelata la contestazione contro il ministro dell’Istruzione, che viene continuamente interrotto durante il suo turno di intervento. Si sente chiaramente, anche se lontano dai microfoni, l’interruzione di una persona del pubblico che grida all’indirizzo del ministro Profumo le seguenti parole: “ieri sono stati picchiati adolescenti e nessun Ministro ha detto niente“.
A questo punto notiamo un Francesco Profumo evidentemente in difficoltà, incapace di trovare una risposta e costretto ad ammettere che quanto accaduto durante le manifestazioni del 14 novembre è stato un atto grave. Il ministro che sembra aver smarrito il filo conduttore, viene ulteriormente incalzato da una ragazza del pubblico, che grida con indignazione e fermezza: “Io sono una studentessa e vorrei sapere per il mio presente cosa c’è, io ho paura del mio presente“.
Proprio a questo punto, il moderatore del confronto, Roberto Napoletano, visto lo stato confusionale di Profumo, risponde al posto del Ministro: “Nei prossimi cinque anni costruirà il suo futuro”. Questa pausa concessa da Napoletano a Profumo consente al ministro dell’istruzione di recuperare il bandolo della matassa e quindi di intervenire precisando: “Non è che pensiamo tra cinque anni, ma avviamo un piano per cinque anni. Che è una cosa diversa”.
Il ministro Profumo sembra preoccupato dall’aggressività della platea, che non crede più alle belle parole che il capo di viale Trastevere ha venduto in questo anno di Ministero. Profumo prova a rilanciare un certo ragionamento, parla di un nuovo bando di concorso a cattedra e ribadisce: “L’innaffiatoio non può essere chiuso”.
Ma giù altre proteste al limite del self control: “sí, intanto date i soldi alla scuola privata, vero?“. Ed ecco arrivare gli applausi scroscianti dei presenti, che mettono KO il Ministro che con indifferenza, ma si vedeva invece una chiara mortificazione ed imbarazzo, sorseggia da un bicchiere poggiato sul tavolino che aveva di fronte un po’ d’acqua e con un sorriso nervoso risponde: “L’innaffiatoio non può essere chiuso e in questo breve periodo in cui la legge sulla stabilità è in discussione al Senato lo riapriremo”.
La replica anziché calmare gli animi sortisce l’effetto opposto ed accresce ancora di più la rabbia dei contestatori. È stato uno spettacolo desolante, vedere il rappresentante della scuola tutta, trattato come un “ascaro” che piuttosto che difendere la scuola pubblica, la sta svendendo alle pretese fameliche del Ministero dell’economia. Chiediamo al Minisro un atto di orgoglio e di riscatto, in nome di tutta la scuola pubblica!
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