L’insegnamento della matematica rivolto ad adolescenti dall’età compresa tra gli undici e i quattordici anni, è stato per troppo tempo ed è ancora oggi trascurato dai matematici e pedagogisti , questo sta alla base delle cause delle carenze riscontrate in matematica sui ragazzi quindicenni. Un’analisi precisa su quanto sopra asserito, viene fatta da un’esperta di didattica della matematica, Emma Castelnuovo, figlia del celebre matematico Guido.
La Castelnuovo, nei suoi manuali della didattica della matematica, sottolinea come la matematica scolastica in Italia , per la fascia di età che va dagli undici ai quattordici anni, è sempre stata poco trattata ed anche in modo marginale. Il motivo di tale accantonamento dello studio della matematica in quella fascia di età, risiede nel fatto che argomenti così puri ed astratti, considerati dagli esperti molto complessi, non potevano adattarsi a ragazzetti troppo piccoli.
Addirittura, ricorda la Castelnuovo, ci fu un triennio di fine ottocento dove dopo il conseguimento della licenza elementare, fino ai quindici anni la matematica fu abolita del tutto, per poi essere ripresa in età più matura.
La Castelnuovo scrive del problema della matematica, come di un problema atavico, che non è mai stato affrontato e risolto, ma al contrario acuito da tutte le riforme scolastiche.
Nessun Governo ha mai compreso realmente l’importanza pedagogica dell’apprendimento della matematica nella fascia di età che va dagli 11 ai 14 anni. Si tratta di una fascia di età che possiede, per doti innate, un grande potenziale di apprendimento logico deduttivo. Una volta passata l’età dell’istruzione secondaria di primo grado non è più possibile per l’adolescente recuperare sull’apprendimento matematico. È proprio in questa fascia di età che la scuola dovrebbe garantire più ore di matematica e docenti specialisti nella disciplina. Invece in Italia, nessuna riforma ha mai tenuto conto del potenziale logico deduttivo del fanciullo undicenne.
Il dito sulla piaga lo ha messo oggi il ministro Profumo che, durante il convegno tenutosi a Bolzano sul Festival dell’Innovazione, ha detto che se i ragazzi vanno male in matematica, la colpa è dei professori delle medie. Secondo il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, serve una preparazione adeguata per insegnare la matematica agli studenti della secondaria di primo grado: essere laureati in scienze non basta. Bisogna avere la laurea in Matematica.
Gli insegnanti della scuola media nella maggioranza non sono laureati in matematica, dice stizzito il ministro Profumo, e continua affermando che il tema dei risultati della scuola è strettamente collegato con quello della selezione degli insegnanti. Oggi è possibile insegnare matematica alle medie pur non avendo una laurea in tale materia; è valida, infatti, anche una laurea in scienze.
Tuttavia, senza una specifica preparazione, il capo del Miur ritiene che non sia possibile preparare gli studenti in modo opportuno e questo creerebbe un vuoto di conoscenze dopo che alle elementari gli insegnati hanno fatto un ottimo lavoro.
Allora Ministro, cosa aspetta a fare un provvedimento di riforma delle classi di concorso che consenta l’insegnamento esclusivo della matematica alle scuole medie ai laureati in matematica?
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