La vecchia proposta dell’ex ministro Luigi Berlinguer riappare sul palcoscenico delle più che probabili contestazioni: quella di ridurre di un anno il percorso dell’istruzione secondaria superiore. Detta in soldoni, ma che poi sarebbe la contrazione di un anno spalmata, diciamo così, tra secondaria di primo e di secondo grado. In ogni caso il principio è sempre quello di allinearsi all’Europa dove ci si diploma un anno prima che da noi, a 18 anni anziché a 19.
Ridurre l’istruzione di un anno significa pure una ulteriore contrazione di ore di insegnamento e quindi di cattedre, cosa che non piacerebbe, e non piacerà, ai precari innanzitutto e poi ai sindacati che all’epoca, ricordiamo, alzarono scudi di protesta e lanciarono strali di accuse. Stessa sorte ebbe l’accenno che ne fece la ex ministra Mariastella Gelmini.
Riferiscono intanto le agenzie che questo sarebbe l’obiettivo a cui sta lavorando il ministro Francesco Profumo che avrebbe pure attivata una commissione di esperti formata da docenti, esperti, dirigenti scolastici e del ministero, “una decina di persone in tutto, che si sono riunite per la prima volta questa settimana. A loro il compito di preparare, entro dicembre, un progetto da sottoporre al ministro che, se lo condividerà o lo considererà valido, lo porterà in Consiglio dei ministri.”
Sembra proprio che il ministro Profumo non voglia lasciare indietro nessuna truppa “cammellata” per portare la scuola italiana verso una svolta “storica” o “epocale” (termine ormai in disuso), sempre che il progetto dei suoi esperti sia poi condiviso pure da tutti gli altri organi istituzionali e no, della società civile e no, dall’opinione pubblica e no. Una facile previsione individua una controffensiva di fanteria a cavallo, sempre che al termine del combattimento non rimanga solo il deserto.