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Profumo e Settis da Fabio Fazio

A “Che tempo che fa” la sera del 3 dicembre si è parlato di nuovo di scuola, questa volta con il ministro Francesco Profumo e con il pofessor Salvatore Settis, direttore della Normale di Pisa fino al 2010.
La domanda di apertura di Fazio (“Ministro, come ha reagito alle parole del presidente Monti di qualche sera fa?”) mette visibilmente in difficoltà Francesco Profumo che divaga: “In questi mesi ho visitato molte scuole e ho conosciuto molte persone che fanno il proprio lavoro con impegno e con passione. Il problema è che ormai si è rotto il rapporto esistente fra insegnanti e famiglie , di conseguenza, fra scuola e politica. Bisogna quindi ricreare fiducia e stima”.
Non lo dice apertamente, ma lascia capire di non aver apprezzato molto le parole del premier.
Più esplicito Settis che tra l’altro ricorda che in questi anni di crisi l’Italia è stato uno dei Paesi dove si è più tagliato sulla scuola. Peggio di noi è stato fatto solo in Estonia.
“E non si dica che quella dei tagli è stata una scelta di destra. Perché allora – si chiede Settis – nè Sarkozy né Merkel hanno tagliato?”
Altrettanto vago è il Ministro sulle prospettive future.
“Il fatto è – sottolinea Profumo – che i nostri insegnanti sono stati trattati male per troppi anni e quindi adesso ci vuole un programma pluriennale per affrontare e risolvere i molteplici problemi della scuola che sono legati anche ai grandi numeri che abbiamo di fronte: ci sono 7 milioni di studenti e 64milioni di metri quadri di locali scolastici; ci vogliono risorse con molti zeri”.
“E’ un problema di priorità: nei Consigli dei Ministri se ne parla?”
sollecita Fazio
Risposta sconsolata del Ministro: “Per la verità nelle riunioni del Consiglio c’è poco spazio”.
Settis rincara la dose: “Questo lo sappiamo, ma diciamo anche che abbiamo una evasione fiscale enorme, ci sono tasse non pagate per 120/142 miliardi, ma si destinano risorse ingenti alla Tav e alle autostrade ma non alla scuola. La scuola, lo diceva già Calamandrei, è un organo costituzionale; ma di questo anche i Ministri si sono dimenticati da un pezzo anche se continuano a giurare fedeltà alla Costituzione”.
Ma da questa situazione disastrosa si può uscire?
“Certo – risponde Profumo – oggi il bilancio della scuola è di 52-53 miliardi, se si decidesse di aumentare la spesa di un 10% all’anno per un certo numero di anni potremmo finalmente diventare un Paese normale”.
E poi, una speranza (o forse un invito alle forze politiche): “Nel passaggio al Senato della legge di stabilità bisognerebbe dare un segnale assegnando risorse alla scuola”.
Fazio insiste: “Ma la scuola non è una priorità?”
“Certo – sottolinea il Ministro – a parole la scuola è una priorità per tutti; ma adesso che stiamo entrando in campagna elettorale, i partiti dovrebbe dire con chiarezza cosa intendono davvero fare per la scuola”.
Settis ritorna sulla domanda iniziale di Fazio e non si frena: “Bisogna restituire agli insegnanti il senso della dignità del lavoro che fanno, ma questo non glielo si dà certamente accusandoli di corporativismo. D’altronde i due Paesi al mondo in testa alle classifiche sono Finlandia e Corea del Sud, paesi accomunati da una grande considerazione sociale nei confronti dei docenti”.
Ma, appunto, sono altri Paesi, la Finlandia sta sul circolo polare artico e la Corea del Sud nell’estremo oriente. Migliaia di chilometri lontani da noi, in tutti i sensi.

Reginaldo Palermo

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