Favorire l’istruzione e la formazione professionale dei detenuti e l’aggiornamento di educatori e insegnanti che prestano servizio negli istituti penitenziari. Nello specifico, obiettivo del Protocollo – che avrà una durata di tre anni – è organizzare percorsi di istruzione e formazione modulari e flessibili attraverso cui i detenuti possano acquisire, o recuperare, abilità e competenze professionali spendibili nel mondo del lavoro.
I percorsi formativi potranno contare, secondo quanto previsto dal Protocollo, su materiali didattici anche digitali e laboratori di supporto alle attività scolastiche e formative da allestire all’interno degli istituti penitenziari. Per quanto riguarda i detenuti stranieri, nomadi e con le maggiori carenze educative, saranno attivati laboratori di Italiano allo scopo di favorirne la piena integrazione nel tessuto sociale italiano e potenziarne le opportunità di inserimento lavorativo.
A conclusione di ogni anno scolastico e formativo, e nel rispetto delle normative vigenti, potranno essere attivati stage presso aziende, enti pubblici e privati e associazioni per almeno il 10% dei partecipanti alle attività educative, purché abbiano seguito con continuità e profitto l’intero percorso formativo.
Da parte del Miur, il Protocollo prevede che vengano arricchite le mediateche esistenti presso gli istituti penitenziari, anche attraverso la stipula di opportune convenzioni con le case editrici che aderiranno al programma. Sarà compito invece del Ministero della Giustizia adeguare, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili, le strutture e gli spazi dedicati alle attività di istruzione e formazione negli istituti, anche nell’ambito dei progetti di edilizia penitenziaria. Impegno comune è dotare questi spazi formativi di attrezzature tecnologiche avanzate, che consentano collegamenti virtuali tra carcere e mondo esterno. Le attività previste saranno sviluppate anche attraverso rapporti di collaborazione con Regioni ed Enti Locali, quali partner istituzionali specifici, università, fondazioni, associazioni e altri enti istituzionali interessati al Programma.
Sarà definita inoltre una rete interistituzionale di Poli (Case Circondariali, Istituti Penali per minorenni, Aree penali esterne ed Istituti Scolastici di riferimento) quali centri di innovazione e di monitoraggio delle azioni programmate a livello nazionale, nonché di valutazione dei risultati ottenuti. Annualmente sarà effettuata una ricognizione dei bisogni formativi dei minori e degli adulti interessati, per evitare duplicazioni di interventi e dispersione di risorse.
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