“In fin dei conti io sono, e resto, un professore, un ricercatore, un padre. Buone feste a tutti voi”. È con queste parole che il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, ha voluto inviare un messaggio scritto di auguri in occasione delle feste pasquali, ‘postato’ sul sito del Miur rivolto a tutti coloro che sono impegnati nel comparto scolastico, dell’Università e della Ricerca: nel rivolgersi a colleghi professori, ricercatori e personale scolastico, dell’università e del ministero, nonché alle famiglie e “soprattutto agli studenti”, le parole di Profumo hanno assunto però anche il sapore del commiato. “A conclusione di questa esperienza di governo – scrive il Ministro uscente – voglio esprimere a tutti voi la mia sincera gratitudine, perché attraverso il contatto continuo che abbiamo avuto ho imparato tanto. Questo anno e mezzo di lavoro insieme, infatti, ha rappresentato per me un’occasione di grandissimo arricchimento, personale oltre che professionale”.
Dopo aver elogiato i tanti “Professionisti che, nel dedicarsi al proprio lavoro, ogni giorno mettono al servizio della collettività non soltanto le proprie competenze, ma la propria dedizione”, Profumo si è soffermato sull’importante delle “aule e dei laboratori”, perchè “restano i templi pagani, dove coltivare e tramandare la nostra profonda e ammirata cultura”.
“Proprio per questo – continua – sono persuaso del ruolo centrale della formazione e della ricerca, che la politica deve tornare a valorizzare archiviando una lunga stagione di tagli, a favore di un rilancio nel segno della competitività, delle regole e di un uso più mirato ed efficiente delle risorse. In questo ci viene incontro l’Europa, a cui dobbiamo sempre più a fare riferimento, e dove dobbiamo imparare ad essere più competitivi nel guadagnarci le molte risorse a disposizione, una buona parte delle quali proviene dalle nostre tasche, attraverso le tasse”.
Profumo traccia, quindi, un resoconto dei provvedimenti portati a termine negli ultimi 18 mesi a capo del Miur, anche nell’ultima fase di ordinaria amministrazione del governo, durante la quale l’impegno “non è venuto meno”, perché bisognava “chiudere tutti i processi che avevo avviato e portato a conclusione”, l’ultimo dei quali rappresentato dal decreto per dare il via libera ai libri digitali, sui banchi a partire dall’a.s. 2014/2015.