Categorie: Ordinamento

Profumo insiste: da rivedere non solo la religione, ma anche la geografia

I forti mutamenti culturali multietnici che caratterizzano il nostro vivere moderno e la scuola dei nostri figli ci obbligano a rivedere i programmi che caratterizzano l’ora di religione, ma anche quelli che riguardano l’insegnamento della geografia. A dirlo è stato il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, a margine dell’apertura della biblioteca dello stesso Miur in occasione del compimento del 150esimo anniversario. Secondo il responsabile del dicastero dell’Istruzione sarebbe giunto il momento di “prendere atto che ormai nelle scuole vi sono tanti studenti di culture e religioni differenti e certi insegnamenti, come la religione o la geografia, dovrebbero prendere atto di questa realtà”.
Alle affermazioni di Profumo ha replicato il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio per la Cultura. Il quale, però, non sembra bocciare l’idea del ministro: “il messaggio evangelico e i grandi insegnamenti cristiani – ha affermato il porporato – vanno sempre insegnati, ma c’è spazio anche per un aggancio con il mutare della società e lo sviluppo dei tempi e della cultura. E’ indubbiamente importante il rinnovamento della didattica nel metodo”, ha detto Ravasi interpellato dai cronisti a margine di una conferenza stampa in Vaticano dedicata all’incontro del Cortile dei gentili che avrà luogo ad Assisi il cinque e sei ottobre.
“Certamente – ha precisato Ravasi – ci sono contenuti fondanti. Non penso solo alla religione, ma anche alla scienza. Non si può, ad esempio, prescindere dalle grandi leggi della fisica, ma ci sono anche interpellanze nuove, come la bioetica. Oppure penso alla comunicazione, che oggi non funziona più con la carta e il pennino come nella mia infanzia. Lo stesso discorso – è il ragionamento di Ravasi – vale per la religione. Il messaggio evangelico e i grandi insegnamenti cristiani vanno sempre insegnati, ma c’è spazio anche per un aggancio con il mutare della società e lo sviluppo dei tempi e della cultura. In questo senso – ha concluso il porporato – ciò che ha detto il ministro rofumo può essere declinato anche da me”.
Ravasi ha fatto, poi, un parallelo con l’incontro che il 12 ottobre si svolgerà alla chiesa del Gesù, a Roma, a Dante e alla sua fede. Un incontro al quale il presidente del Pontificio consiglio per la Cultura ha invitato i padri sinodali riuniti in quei giorni a Roma per un sinodo sulla Nuova evangelizzazione. “La sua figura è talmente alta e grandiosa che non si può mettere da parte. E’ una base feconda per la nostra cultura. Non, però, con un’operazione filologica, bensì considerandolo stimolo sul quale ricostruire. In questo senso aveva ragione Bernardo di Chartres, quando diceva che siamo come nani seduti sulle spalle dei giganti. Vediamo più lontano grazie a chi ci ha preceduto”.
La proposta di Profumo ha determinato anche riposte a livello politico. Il vicepresidente Idv della commissione Cultura Pierfelice Zazzera ha detto di leggere “con attenzione le dichiarazioni del Ministro Profumo, il quale valuta la possibilità di rivedere l`ora di religione”. Tuttavia, prosegue il parlamentare, “questo non è sufficiente, perché i problemi della scuola nel nostro paese sono ben altri dal taglio delle risorse ai processi di riconversione, dall`accorpamento degli orari alle classi pollaio, all`edilizia scolastica fuori legge, al concorso truffa. Su questo il governo e il Ministro Profumo restano in silenzio. Ci auguriamo che le dichiarazioni del Ministro sull’ora di religione – ha concluso Zazzera – non siano un`arma di distrazione di massa, mentre è in arrivo il concorso”.
Fortemente contraria alle parole di Profumo si dice la Lega Nord: “Dopo la sua personale crociata contro il Nord – ha detto il parlamentare Davide Cavallotto – adesso il ministro Profumo dichiara guerra all`ora di religione. Se nelle nostre scuole ci sono anche studenti che vengono da altri Paesi, è giusto che rispettino le nostre radici cristiane e imparino la millenaria cultura dei nostri territori. Se poi il ministro dell`Istruzione intende cancellare dalla scuola la nostra storia, gli consigliamo di andarsi prima a fare un giro nei Paesi islamici per vedere quale religione insegnano nelle loro scuole”.
Alessandro Giuliani

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