Il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, in un’ intervistata a La Repubblica ha detto: “Ho appena ascoltato il discorso presidenziale di Barack Obama, lo ha detto sette volte: una scuola migliore. La strada è segnata. Le priorità vanno individuate ora, in questo momento di difficoltà. Dobbiamo valutare lo stato generale e far sì che il sistema scolastico trovi un nuovo equilibrio di qualità. La scuola è una priorità per il Governo Monti”. E sul tema ‘sicurezza’ dice: “La questione è in cima alla mia agenda, è stato speso un miliardo in 11 mesi e nelle ultime settimane sono stati sbloccati anche 116 milioni deliberati dal governo precedente – rileva il titolare del dicastero di Viale Trastevere che a proposito invece del concorso per i docenti afferma – ora possiamo selezionare gli insegnanti dei prossimi trent’anni con metodi moderni. La seconda prova, lo scritto, sarà tra fine gennaio e inizio febbraio, poi l’orale”.
Ma Zazzera: Da Profumo solo chiacchiere al vento
“Il Ministro Profumo ha dichiarato in una intervista che per il governo la scuola è una priorità e che interverremo. Belle parole, ma come direbbe qualcuno chiacchiere che si porta via il vento. La scuola per il governo Monti non è una priorità perché continua la politica dei tagli esattamente come nel precedente governo Berlusconi con una non piccola differenza che ora queste politiche sono sostenute anche dal PD. Il Ministro deve spiegarci poi come il governo intende intervenire visto che non stanzia risorse destinate alla scuola e il concorso non è la soluzione ma una truffa. Noi dell’IDV invece riteniamo che serva un patto per la scuola della Costituzione che significa il ritiro delle politiche dei tagli di questi anni, il ripristino degli oltre 8mld di euro rubati alla scuola, della cancellazione della Legge Aprea e della deroga alla riforma Fornero sui pensionamenti nella scuola.
Su questo percorso mi sembra che il governo sostenuto dal partito unico dello Spread sia su un’altra strada. Noi invece vogliamo costruire un’alternativa a chi intende consegnare la gestione della conoscenza alla finanza e alle banche. L’alternativa del paese invece si costruisce proprio dalla conoscenza che deve essere libera da ogni sottomissione agli interessi economici dei privati e dei partiti.”
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