Buona idea quella del TG1 di dedicare l’inchiesta settimanale ai problemi della scuola: la trasmissione è andata in onda domenica 19 alle 23,30 (orario non propriamente “popolare”) e in un’ora di tempo è stato tratteggiato un quadro non propriamente rassicurante della nostra scuola. In studio, il ministro Profumo ha cercato di dare qualche risposta alle questioni che sono state via via sollevate. Si inizia con un servizio da Caivano (Napoli) dove la situazione è drammatica: non si trovano insegnanti disposti a lavorarci e gli alunni frequentano in media poche decine di giorni all’anno. La preside è sconsolata, ha già incontrato due volte il Ministro ma per ora non è cambiato nulla. “Per queste situazioni – annuncia il Ministro – ci vogliono progetti speciali; per il prossimo anno li avvieremo”. Buone notizie arrivano invece da Brindisi dove il liceo scientifico Majorana si contraddistingue per iniziative di assoluta eccellenza (uso diffuso delle tecnologie e libri di testo a costo quasi zero). Ma in fatto di risorse e stanziamenti Francesco Profumo non nasconde le proprie preoccupazioni: “In questi ultimi anni i tagli sono stati forse eccessivi. Non c’è dubbio che nella scuola bisogna investire di più”. Da Rivolo (To) arriva un servizio sulla paradossale situazione del liceo Darwin dove qualche anno fa a causa del crollo di un soffitto era morto uno studente ma dove una parte dei locali della scuola sono ancora sotto sequestro. La vera emergenza, sottolinea il Ministro, è proprio quella delle strutture scolastiche e della loro sicurezza (“Questa è adesso la mia priorità”, afferma) e aggiunge che un po’ di soldi ci sono anche se bisogna fare in modo di spenderli bene e in fretta. Perché un altro servizio, sempre da Torino, mette in evidenza che i soldi destinati dallo Stato all’edilizia non sempre vengono assegnati a chi ne ha bisogno. Gli esempio, nel servizio, si sprecano: per scuole del centro storico di Torino visibilmente cadenti non sono arrivati finanziamenti, mentre per edifici ancora in buono stato sono state stanziate somme significative. Il perché è presto detto: i piani di finanziamenti sono stati redatti dalle Commissioni parlamentari che hanno tenuto conto non tanto delle priorità stabilite dalle stesse Regioni quanto piuttosto delle pressioni di deputati e senatori. In conclusione Profumo parla anche degli insegnanti che “hanno stipendi non corretti, non confrontabili con quelli degli altri Paesi”(il pensiero ritorna al ministro Tullio De Mauro che aveva detto le stesse cose al momento del suo insediamento ma che poi si era dovuto arrendere anche lui alle esigenze del bilancio). Comunque, rassicura il Ministro alla fine della trasmissione, l’epoca dei tagli è conclusa. Adesso bisogna rivalutare la scuola e il lavoro degli insegnanti.
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