Tre i punti su cui agire, per il ministro, e ”che possano essere applicati a qualsiasi momento”: pianificazione, prospettive agli insegnanti, sicurezza nelle scuole.
Il primo riguarda la necessità della pianificazione, ”una programmazione con interventi di tipo strutturale, che dia un certo tipo di continuità”.
Il secondo deve dare la prospettiva nel tempo a chi vuole lavorare nell’istruzione. ”L’ultimo concorso nella scuola”, ha detto, “è stato fatto nel 1999, un altro millennio. Ci troviamo in una situazione molto complicata in termini di graduatorie in esaurimento. Dobbiamo dare un segnale forte che consenta alle persone di pianificare la loro vita. Se ci sono opportunità è giusto che uno si impegni in una certa direzione, se ci sono opportunità più lontane è meglio che si sappia prima, il paese deve diventare più leale da questo punto di vista e più normale”.
Il terzo tema riguarda la sicurezza nelle scuole ”a cui, in questi anni, non abbiamo dato risposte sufficienti” ma che potrebbe dare impulso a nuovo sviluppo.
Profumo ha poi ricordato che le scuole hanno per tre quarti più di trent’anni e per un terzo più di sessanta e queste in tutto sono 10mila, distribuite su 64 milioni di metri quadri, pari a 640 mila alloggi di medie dimensioni e a una popolazione equivalente di 2,5 milioni.
Si tratta di strutture in classe energetica G ”una specie di gruviera”. Ed ha poi detto ancora: ”Con una pianificazione più attenta potremo far ripartire veramente l’economia del nostro paese, riducendo i costi per gli enti locali, e trovando modalità diverse del fare scuola che possono diventare i centri civici delle nostre città e dei nostri quartieri, aperti dalle 8 alle 11 di sera”.
Profumo ha infine detto che dopo l’estate ”saremo pronti per la conferenza generale sullo Stato dalle scuola che offrirà una fotografia dello stato del settore e un confronto sulle migliori pratiche, che possano diventare prototipi e poi progetto paese. Poi proveremo con i migliori contributi del paese a disegnare la scuola del futuro”.
Quanto al decreto per la ripartizione dei fondi per la scuola paritaria ”è stato fatto e sarà operativo nelle prossime settimane”.
E se questo argomento si è inserito l’intervento di monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino: ”Se vengono meno i contributi delle risorse alla scuola paritaria, che stanno continuamente diminuendo in questi anni, ne va di mezzo la chiusura. Non volevo dirla questa parole fortemente negativa solo a pronunciarla quando si parla di una scuola. La morte di una scuola dovrebbe essere una fitta al cuore di tutti, di tutta la societa’, ma la devo pronunciare perché non passa giorno che non mi arrivino segnalazioni da parte della regione, da tutto il nostro territorio di scuole per l’infanzia, di scuole secondarie, comprese quelle secondarie superiori di eccellenza, che stanno per chiudere. Non lo possiamo permettere”, ha detto ancora l’arcivescovo, “dobbiamo trovare qualche spunto concreto per reagire a questa situazione. Noi ci impegneremo certamente sugli standard di qualità, non cesseremo di credere che tutta la scuola debba essere di eccellenza e di qualità, dalla qualificazione dei docenti ai Pof (piani di offerta formativa), vogliamo che anche le comunità cristiane sentano e vivano la scuola paritaria e tutta la scuola, come un fatto di responsabilità, la sentano veramente come una realtà che va sostenuta e incoraggiata”.
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