E assicura: “non penso certo a cambiare norme o patti, tantomeno a fine legislatura, quando rifletto ad alta voce” su come l’Italia e dunque la scuola italiana possa fare i conti con la mutata realtà.
Nella lettera a Reale, Profumo chiarisce il suo pensiero, raccontando di aver incontrato, visitando tante scuole in tutta Italia, un’Italia multietnica e multiculturale. “Il nostro Paese è al centro di un Mediterraneo in tumultuosa evoluzione politica e spirituale, da sempre crocevia di fedi e popoli, che da qualche tempo cerca un diverso equilibrio tra di esse e tra di essi. Sono dinamiche che ci toccano da vicino, mi sono detto guardando le nuove classi della scuola italiana, dove questo essere crocevia è divenuto infine realtà. Conoscere questo nuovo mondo, e cercare di capirne i processi di trasformazione mi sembra essenziale per i nuovi italiani tanto quanto saper far di conto, saper scrivere nella nostra bellissima lingua, conoscerne una straniera e avere una cultura civica e costituzionale pronta per la cittadinanza. E questa esigenza non ha nulla a che fare né con un relativismo culturale in spregio alle nostre radici né con la riproposizione di un multiculturalismo così ideologico da essere stato accantonato anche nella civilissima Gran Bretagna dove fu per la prima volta introdotto”.
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