Profumo traccia sei mosse per salvare l’Università

Operato che definisce “non del tutto negativo” e propone sei elementi da cui il nuovo esecutivo deve ripartire per rilanciare il sistema università
L’ex Ministro, che nel mese scorso aveva parlato di rischio default per l’università, ribadisce che per una trentina di atenei c’è “una situazione di acuta criticità” e che occorrono politiche in grado di gestire un quadro “più complesso del previsto”.
Per il futuro diventano importanti le risorse europee e il finanziamento complessivo delle università e degli enti di ricerca va visto “su base transnazionale” Di fronte alla bocciatura da parte dei Rettori, Profumo replica che “l’auspicio è che si investa di più in scuola, università e ricerca”, ma che “il risultato di quest’anno non può essere giudicato negativamente”.
Sottolinea inoltre come sulla Ricerca in Italia sono stati investiti circa due miliardi di euro, non sulla base di un trasferimento “per legge” ma sono stati trasferiti su basi competitive L’ex rettore del Politecnico evidenzia lo sforzo compito nell’attuazione della riforma Gelmini, a due anni dalla sua approvazione, e offre sei elementi per costruire una politica dell’università e della ricerca per il futuro con una stretta connessione con l’Europa a partire da “una valorizzazione delle capacità delle persone e del loro impegno”.
Nella sua analisi a tutto campo Profumo sottolinea le grandi potenzialità che i ricercatori italiani possono esprimere, soprattutto nei progetti europei come Horizon2020.
“I nostri ricercatori –dice il ministro- hanno le capacità per poter competere al meglio in Europa. E’ necessario però che si apra lo spettro dei partecipanti: dobbiamo avere che più ricercatori partecipino” Infine il ministro manda un messaggio ai precari del mondo della scuola, dell’università e della ricerca alle prese con il concorso per la scuola e all’abilitazione universitaria: “il sistema è trasparente dal punto di vista della selezione di ottima qualità. Abbiate fiducia”

Redazione

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