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Progetti ed esperienze di scuole in aree a rischio

E’ la Calabria, con  le sue cinque province, a chiudere la graduatoria delle regioni italiane relativamente alla valutazione degli esiti delle esperienze condotte dalle istituzioni scolastiche impegnate in specifici progetti nelle aree a rischio. Seguono, poi, la Sicilia e la Sardegna. Esemplari, invece, le esperienze delle scuole  dell’Abruzzo e della Basilicata.
Queste le conclusioni cui è pervenuto, sulla base dei dati emersi, il Gruppo Nazionale di Lavoro istituito dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca che ha prodotto una Relazione Intermedia sulla valutazione dei progetti attivati dalle scuole nelle zone a rischio e relativa alle azioni svolte nei primi due anni del triennio previsto.
I dati riguardano il 92% del totale delle scuole destinatarie dei finanziamenti e si riferiscono a 472 scuole "censite".
Il quadro complessivo calabrese è piuttosto preoccupante. Lo scarto negativo di 7 punti rispetto alla media nazionale testimonia una diffusa difficoltà delle scuole della regione ad entrare in una nuova logica progettuale che non potrà limitarsi al miglioramento dei sevizi interni alle scuole, ma deve necessariamente coinvolgere istituzioni, comunità ed associazioni dell’intero territorio. Ancora una volta, come si vede, le scuole della Calabria non possono decollare per l’inadeguatezza delle risposte del territorio, dove gli Enti locali acquistano un ruolo fondamentale.
Anche in Sardegna e in Sicilia lo scarto della media regionale rispetto a quella nazionale, testimonia una maggiore difficoltà complessiva nella conduzione dei progetti da parte delle scuole esaminate. In Campania, la media nazionale e quella regionale coincidono.
In Puglia, caso unico, i valori di apprezzamento dei progetti esaminati sono generalmente superiori alla media nazionale.
Quest’ultima circostanza ha permesso al Gruppo Nazionale di Lavoro di identificare i fattori che hanno favorito i risultati positivi nella tenuta delle reti costruite tra scuole e territorio, nella formazione del personale come fattore di sviluppo del servizio, nello sforzo di far sì che le scuole si propongano come centri di aggregazione e non solo come erogatrici di conoscenze.
In Toscana, Emilia-Romagna e Lazio, i punteggi, aggregati sotto la voce di Italia Centrale, si sono collocati nella fascia alta e con un valore superiore  a quello della media nazionale.
Nelle regioni Lombardia, Liguria, Friuli-Venezia Giulia e Piemonte, aggregate sotto la voce di Italia del Nord, la media dei punteggi è risultata superiore o uguali a quella nazionale.
A parte sono state presentate l’Abruzzo e la Basilicata, due ragioni dal territorio assai limitato, in cui rispetto al livello nazionale non esistono progetti inadeguati e gli standard sono identici rispetto a quelli nazionali.
Le scuole delle due regioni, secondo il rapporto del Gruppo nazionale, potrebbero, vista l’elevata qualità del lavoro svolto, "adottare" le scuole delle altre regioni italiane.

Giuseppe Guzzo

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