Sta creando più di qualche “mal di pancia” il processo di equiparazione della scuola paritaria a quella statale, avviato da alcuni mesi dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Dopo il riconoscimento in toto del servizio dei docenti svolto nelle paritarie, ai fini dei concorsi, negli ultimi giorni è stata ufficializzata anche la possibilità di fare accedere tali istituti ai fondi europei Pon (Programma Operativo Nazionale), dopo il via libera già ottenuto con i progetti del Pnrr.
L’attacco del M5s e la difesa di Noi Moderati
Il capogruppo M5s in commissione Istruzione alla Camera Antonio Caso ritiene che si tratti di un grave errore, perché, sostiene, “a settembre sono previsti oltre 200 mila supplenti, un caro libri alle stelle, classi pollaio, dirigenti costretti a lavorare su un numero imprecisato di scuole ed il Ministro Valditara si vanta di aver convinto l’Europa a spostare i fondi Pon sulle scuole paritarie, che troppo spesso fanno rima con “diplomifici” (ad Ottaviano l’ultimo caso ha fatto un certo “rumore”).
“Purtroppo l’idea di scuola della destra è questa: sempre meno pubblica e sempre più lontana dagli studenti”, ha concluso l’on. Antonio Caso.
A rispondergli con immediatezza è stata l’on. Ilaria Cavo, di Noi Moderati: “Lascia basiti il fatto – sostiene Cavo – che 23 anni dopo l’entrata in vigore della legge sulla parità scolastica ci siano rappresentanti delle istituzioni che non conoscono la differenza tra scuola paritaria e scuola privata. Scuole paritarie che, ripetiamolo, per la legge italiana svolgono un servizio pubblico per circa 1 milione di studenti”.
L’indispensabilità delle paritarie
In effetti, senza le scuole paritarie tantissimi alunni e studenti non avrebbero la possibilità di andare a scuola. Soprattutto in tenera età, quindi negli istituti d’infanzia e che attivano corsi di scuola primaria. Spesso si tratta di gestioni di matrice cattolico-cristiana.
Il tutto, viene realizzato, peraltro, con dei costi assai più bassi di quelli che vengono realizzati per la scuola puramente statale.
La linea del Governo è chiara: poiché i Pon, finanziati dalla Commissione Europea, intendono favorire la parità economica e sociale di tutte le regioni dell’Ue, al fine di cancellare il divario tra quelle più avanzate e quelle in ritardo di sviluppo, non è chiaro perché una fetta del sistema d’istruzione nazionale debba esserne privato.
Perché escludere le paritarie dai Pon?
Secondo la deputata di Noi Moderati, quindi, “non si comprende il motivo per cui i fondi strutturali europei del Pon dovrebbero essere esclusiva delle scuole statali. Non a caso, abbiamo sostenuto sin da subito la possibilità che le paritarie potessero accedere ai fondi Pnrr. Un risultato reso possibile soprattutto per l’impegno del Ministro Valditara”.
“Noi Moderati – conclude l’on. Cavo – si spende da sempre per ribadire l’importanza di aumentare i fondi alla scuola pubblica, quindi sia statali che paritarie e per ridurre il numero degli alunni in classe, come da nostra mozione approvata in Parlamento. Vogliamo evitare le polemiche e usare le energie per valorizzare la scuola, non mettere le scuole paritarie contro quelle statali. È un trucco vecchio, che i cittadini italiani conoscono bene”, chiosa la deputata di Noi Moderati.