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Progetto compiti@casa: prevenire la povertà educativa

Il lungo lasso di tempo che molti studenti hanno trascorso e in alcuni casi stanno ancora trascorrendo lontani dai tradizionali banchi di scuola ha talvolta aggravato ulteriormente le diseguaglianze di base, rispetto all’accesso a reti e dispositivi e quindi ha ancor più creato le condizioni in cui prospera la povertà educativa. È in questo contesto che è nato il progetto compiti@casa, promosso dalla Fondazione De Agostini, in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino. Si rivolge agli studenti della scuola secondaria di primo grado con difficoltà di apprendimento, poca autonomia e scarsa motivazione nello studio, e in particolare a coloro che si trovano in situazioni di svantaggio socioeconomico, che i dati Istat riferiti al 2019 confermano trattarsi di oltre il 12% degli adolescenti italiani.

L’azione progettuale

È partita in questi giorni e si svilupperà per quindici settimane, fino a maggio 2021 l’azione di tutoring a distanza rivolta ai 100 studenti coinvolti, tra gli 11 e i 13 anni, che stanno attualmente frequentando la prima e la seconda classe delle scuole secondarie di primo grado dei tre istituti “pilota”, che si trovano nei quartieri periferici di Milano, l’I.C. Renzo Pezzani, l’I.C. Leonardo da Vinci-Frank di Torino e l’I.C. Rita Levi Montalcini di Novara.

Nelle intenzioni dei promotori, il principale obiettivo del progetto è quello di sostenere e accompagnare allo studio gli alunni in difficoltà nell’apprendimento dell’italiano, della matematica e delle discipline scientifiche, con attività di studio pomeridiano per quattro ore settimanali, a partire dal secondo quadrimestre di questo anno scolastico, per un totale di 6000 ore di attività.


Partendo dalla consapevolezza che tutti gli allievi hanno già sperimentato modalità di apprendimento virtuale, in rapporto uno a uno, gli studenti dell’Università torinese studieranno con i ragazzi, con un’azione educativa mirata, utilizzando metodologie innovative e strumenti digitali, seguendo i principi della peer education, utilizzando una piattaforma apposita, predisposta dall’Università degli Studi di Torino, per lezioni in sincrono e per la condivisione dei contenuti interattivi. L’Ateneo piemontese ha coinvolto 54 studenti (27 per l’area umanistica, 27 per l’area scientifico-matematica) selezionati tramite un bando e opportunamente preparati attraverso un percorso di 500 ore di formazione.

Famiglie e docenti

Alla base del progetto compiti@casa c’è anche il coinvolgimento dei docenti delle scuole, quattro insegnanti per ciascun istituto, che hanno il compito di segnalare alla Fondazione De Agostini i ragazzi in difficoltà, e che hanno avuto 120 di formazione iniziale e in itinere, con verifica e monitoraggio dello sviluppo del progetto. Le famiglie sono coinvolte nel attraverso la sottoscrizione di un patto formativo con la Fondazione De Agostini e la scuola di origine dello studente.

La forza di questo progetto sta nella virtuosa collaborazione tra studenti, tutor, scuola e famiglia“, ha commentato Chiara Boroli, Presidente di Fondazione De Agostini.
Il progetto “compiti@casa” è un esempio eccellente di come le nuove forme di socialità possano aiutare a superare le difficoltà di ogni persona in un contesto straordinario come quello attuale, ha commentato dal suo canto il Rettore dell’Ateneo di Torino, Stefano Geuna.

Carmelina Maurizio

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