Rai Scuola e il ministero dell’Istruzione hanno siglato un accordo, suggellato dalla firma di direttore generale della Rai, Lorenza Lei, e dal ministro Francesco Profumo, di avviare un progetto che, utilizzando i diversi strumenti di formazione didattica e multimediale, sia in grado di creare un circuito virtuoso dell’approfondimento e della ricerca dei saperi.
Rai Scuola offre una piattaforma crossmediale che prevede un canale televisivo tematico, visibile sia su digitale terrestre sia su digitale satellitare, un nuovo sito internet, strumenti per raccogliere contenuti e sollecitazioni provenienti dagli utenti, accompagnati da chat, eventi e App per garantire l’accesso anche attraverso smartphone, tablet, connected Tv.
Ma pure un uso capillare dei principali social network, anche con l’obiettivo di favorire la diffusione dei contenuti e il dibattito culturale.
Il pubblico al quale si riferisce è appunto quello compreso in età scolare e universitaria senza tralasciare tuttavia i docenti e le famiglie.
Da un lato la Rai permetterà di coordinare le attività di servizio pubblico nel campo della formazione, dell’apprendimento e della promozione della cultura e dall’altro il Miur consentirà di veicolare contenuti formativi, priorità, valori, attraverso un canale comunicativo visibile e in grado di sfruttare efficacemente le nuove possibilità aperte dall’interazione fra televisione e rete.
A margine della firma, il ministro Profumo ha detto inoltre che bisogna rafforzare il secondo anno delle scuole medie e distribuire l’esame finale, con tante prove.
“Bisognerebbe puntare a rendere più omogenei i passaggi da una scuola troppo chiusa nei diversi segmenti, con una grande discontinuità da uno all’altro, con un’anticipazione dell’orientamento al ciclo successivo che dovrebbe iniziare con l’avvio dell’ultimo anno di elementari, medie e superiori”. In questo senso, ha continuato Profumo, ”il primo anno sarà connesso con la chiusura delle scuole elementari, il terzo alle scuole superiori e il secondo puntato su una progettazione ad hoc per essere il più possibile costruttivi. La mia sensazione è che i docenti siano troppo dietro la cattedra e gli studenti ‘troppo davanti’, mentre i ragazzi hanno bisogno di una interazione più forte perché hanno una forte voglia di partecipare”.
In merito all’esame finale, il ministro ha spiegato che preferirebbe ”un esame distribuito nel corso dei tre anni di scuole, con una prova finale che concluda il ciclo in maniera più naturale”.
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