Per venire incontro alle esigenze dei genitori a cui il congedo parentale dei Dpcm e il bonus baby-sitter non sono sufficienti, tre paesi piemontesi hanno avviato una sperimentazione per la riapertura delle scuole. Si incomincia oggi, 12 maggio, dalle ore 8.00 fino alle 18.00 del pomeriggio e coinvolgerà 36 bambini, ma in effetti si tratta di una sorta di servizio di “assistenza ai minori”, in quanto gli adulti presenti in aula non saranno i loro insegnanti, ma gli educatori di una cooperativa che, prima dell’emergenza Coronavirus, organizzava il doposcuola.
Rigido protocollo
A Borgosesia, Quarona e Varallo Sesia le aule di tre istituti scolastici riapriranno però seguendo un rigido protocollo di sicurezza, basato su un massimo di quattro alunni per classe nelle scuole dell’infanzia e di cinque per le primarie, mentre il personale ( sottoposto a test sierologici) deve indossare la mascherina.
Inoltre le aule saranno areate per dieci minuti ogni ora e i bambini dovranno alzarsi per lavarsi le mani una volta all’ora e andare in bagno non più di uno alla volta. Saranno garantiti circa cinque metri quadrati di spazio a bambino e più volte nell’arco della giornata ci sarà la rilevazione della temperatura. Ogni 24 ore, invece, i locali utilizzati per il progetto, approvato dalla giunta regionale, saranno sanificati.
Il progetto
Per il progetto, il costo da corrispondere alla cooperativa è di 10 euro al giorno per dieci ore di assistenza ai bambini. Il pasto, che non potrà essere portato da casa per esigenze sanitarie, costerà invece 5 euro e sarà preparato in porzioni monodose.
Gli assistenti della cooperativa seguiranno lo svolgimento dei compiti e delle lezioni online dei bambini, i quali dovranno portarsi da casa un proprio computer o un tablet. Il progetto durerà fino alla chiusura dell’anno scolastico, il 12 giugno, e partirà martedì invece di lunedì perché c’è bisogno del tempo per sottoporre a test sierologico tutto il personale che prenderà parte alla sperimentazione.