Dopo le varie autorità e i presidi, anche i sindacati vicentini si dicono perplessi sul progetto di far entrare nelle scuole superiori 2-10 richiedenti asilo per svolgere attività di volontariato ma anche per partecipare alle lezioni in classe come uditori.
Il progetto è stato elaborato da alcuni docenti attivi nell’Associazione pacifista “Corpi civili di pace”, con l’idea di portare avanti, a partire da Vicenza, un’operazione inedita e mai sperimentata prima in Italia. Finora però le reazioni vanno dal prudente “pensiamoci meglio”, ai dubbi di fattibilità, alla contrarietà dei genitori, alle perplessità espresse anche da parte di alcuni sindacalisti vicentini.
Doriano Zordan, segretario dello Snals di Vicenza, la mette sul buon senso pratico: “Quanto è opportuno fare questo in un ambiente delicato come la scuola? E soprattutto quanto è opportuno farlo dopo i fatti di Colonia e di Mestre? Il personale della scuola è soggetto in qualsiasi momento e comunque all’atto dell’assunzione a verifiche anche sul casellario giudiziale al fine di accertare se il soggetto che entra nell’ambiente scolastico sia idoneo sotto l’aspetto penale a svolgere una delle mansioni interne alla scuola. Quali garanzie ho sulle persone che andrei ad inserire in qualche modo nell’ambiente scolastico? Credo che se nella classe di mio figlio fossero inseriti tali soggetti, come genitore farei un pandemonio”.
Renata Veronese, Coordinatore FGU-Gilda Vicenza, ritiene forse possibile una qualche forma di attività socialmente utile, ma fuori dall’orario scolastico: “Seppure il progetto presentato dal prof. Caveggion dell’Istituto Rossi potrebbe rappresentare un’iniziativa atta a favorire integrazione e condivisione, d’altro canto non mancano le perplessità. Se può risultare fattibile, se ben organizzato, l’utilizzo dei richiedenti asilo in orario extracurricolare per attività socialmente utili già sperimentate e collaudate in altre realtà, più problematico mi sembra l’inserimento in classe in presenza di minori. Da quanto si apprende dagli articoli sul Giornale di Vicenza risulta un’approvazione del progetto da parte dei docenti, ma le famiglie cosa ne pensano? In che modo la cooperativa che segue gli inserimenti può garantire che i soggetti inseriti non possono creare problemi? Consideriamo anche i recenti avvenimenti terroristici”. Aspetto questo che ricorre in tutti i commenti, anche da parte degli stessi presidi vicentini, il cui orientamento propende per il no.
“Come mai i vari enti (prefettura, comune, amministrazione scolastica) che sembrava appoggiassero l’iniziativa stanno facendo marcia indietro?”, continua Renata Veronese. “Considerevole l’idea in sé, ma ritengo che per la sua realizzazione si debbano prima approfondire e risolvere molte problematiche: sicurezza, legittimità di presenza di estranei nella scuola, garanzie, assicurazioni, convenzioni e coordinazione tra enti preposti e responsabili”.
Insomma la proposta di sperimentazione finora incontra perplessità e resistenze.
A quanto ci risulta, in Italia negli ultimi tempi sono numerosi i Protocolli d’intesa sottoscritti fra prefetture, enti locali e parti sociali, fra cui talvolta anche i sindacati Cgil, Cisl e Uil, per impiegare i richiedenti asilo volontari in attività socialmente utili. Ma si tratta, in genere, di pulizia di strade e sentieri, parchi e giardini pubblici, o anche piccoli lavori di manutenzione in edifici pubblici. Nessuno finora aveva immaginato di inserirli dentro le scuole, in orario scolastico e alla presenza di studenti minorenni.
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