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“Progetto selfie” per capire i giovani

La Casa del Giovane di Pavia e Università Bicocca, in partnership con il Comune di Bergamo, hanno condotto un’indagine che racconta il modo di vivere dei ragazzi grazie alla somministrazione di 15mila questionari.

Come sono i giovani di oggi? Che fanno? Cosa pensano? Come si relazionano col mondo? A questi interrogativo cerca di rispondere una indagine che ha coinvolto 15 mila giovani a cui sono stati consegnati altrettanti questionari e di cui sono stati pubblicati i primi, in attesa delle definitiva e più completa lettura. I primi dati sono anticipati da Il Velino.it

Una generazione di giovani cresciuti con lo smartphone ed eternamente connessi chattano di notte (42.39%), a scuola (65.49%) e in ogni momento libero: quasi 8 ragazzi su 100 non lo utilizza mai per telefonare, ma mettono in rete il proprio numero e le proprie informazioni personali.

Praticano sport almeno una volta alla settimana (solo il 12.32%, non lo pratica mai), ma che non leggono mai per il 25.11% dei casi e solo nel 9.7% svolgono attività presso associazioni giovanili almeno una volta alla settimana.

Appassionati di selfie, considerano Facebook un social per papà e mamma e si vergognano quando si trovano fotografati e postati nei loro profili.

 

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A circa al 20% dei ragazzi è capitato di trovarsi di fronte alla diffusione d’immagini proprie imbarazzanti e più del 40% di loro conosce coppie di coetanei che si scambiano immagini provocanti/osé.

Quotidianamente, più di due ore di tempo su WhatsApp dal 48.76% degli studenti all’utilizzo di chat, per scrivere o rispondere agli innumerevoli gruppi virtuali di appartenenza, che nella maggior parte delle volte faticano ad abbandonare per paura del giudizio e del pensiero degli altri.

Alcuni giovani la paghetta la buttano in comportamenti disfunzionali come sostanze stupefacenti (9,64%), tabacco (25,14%), alcool (39,73%) e gioco d’azzardo (15,57%).

Circa il 9% di loro ha genitori o fratelli che giocano d’azzardo tutti i giorni e la volontà di arricchirsi è considerata da loro la principale motivazione per giocare d’azzardo.

Chi di loro assume sostanze lo fa in alte percentuali (oltre il 20%) per affrontare momenti difficili e per il bisogno di tranquillizzarsi e staccare la spina: droga e alcool spesso dunque  come terapia per alleviare le fatiche e per rilassarsi.

Nei momenti di fatica, si legge sul Il Velino, sono gli amici il loro punto di riferimento (84.11%), tuttavia il 14.93% del campione non interverrebbe mai vedendo un amico assumere sostanze, così come il 22.17% vedendolo consumare alcolici e il 19.91% vedendolo giocare d’azzardo o scommettere. Circa il 40 % di loro ritiene che parlare con i professori e con lo psicologo sia una perdita di tempo, il mondo adulto (specialmente i professionisti con cui hanno a che fare) fatica a trovare un posto autorevole nel loro vissuto. Basti pensare che il 38.71% di loro ha fatto una dieta, per il 59.25% senza un consiglio medico.

Pasquale Almirante

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