Il Ministero della Pubblica Istruzione, nel 2007 in collaborazione con l’INAIL, ha siglato un protocollo d’intesa, finalizzato promuovere”…iniziative di orientamento professionale e tecnico-scientifico, in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, rivolte agli studenti delle Scuole Secondarie Superiori”. In questo contesto è nato il progetto “Sicurezza e benessere nelle scuole”, sviluppato con due obiettivi principali: il primo accrescere lo stato delle conoscenze sui rischi negli ambienti scolastici, il secondo informare/formare la popolazione scolastica sulle tematiche relative alla sicurezza, con particolare riferimento alla loro realtà lavorativa.
Lo studio svolto, che ha previsto anche una fase di monitoraggio dei principali fattori di rischio/disagio e la realizzazione di “report” sui monitoraggi effettuati, si è soffermato anche sul rischio biologico. A tal riguardo ricordiamo che le fonti del rischio biologico in una scuola nascono dal cattivo stato di manutenzione e igiene dell’edificio; inadeguate ventilazione degli ambienti e manutenzione di apparecchiature e impianti (ad es. impianti di condizionamento e impianti idrici); arredi e tendaggi.
Per il tipo di attività svolta, in ambienti promiscui e densamente occupati, il rischio biologico nelle scuole è legato anche alla presenza di coloro che vi studiano o lavorano (insegnanti, studenti, operatori e collaboratori scolastici) ed è principalmente di natura infettiva (da batteri e virus). A ciò si aggiunge il rischio di contrarre parassitosi, quali pediculosi e scabbia e il rischio allergico (da pollini, acari della polvere, muffe, ecc.). Fonti di pericolo specifiche per alcuni istituti (ad indirizzo microbiologico o agrario) possono essere le colture microbiologiche, le sostanze o i prodotti vegetali e animali.
La docente in questione ha replicato così: "Quello che è stato scritto è un articolo…
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