“Rivendicare quanto è stato fatto non per intestarsi il passato ma per indirizzare il futuro”.
Con questa breve premessa il programma del Partito democratico introduce i nove punti su cui intende puntare per il governo dell’Italia, qualora il centrosinistra dovesse vincere le elezioni del 4 marzo”.
A Noi interessa tuttavia capire cosa vuole fare il partito di Matteo Renzi relativamente alla scuola.
“Per la scuola, si propone la promozione dell’innovazione didattica e metodologica, “ripensare l’organizzazione dei cicli della scuola”, sostenere l’apprendimento trasversale e digitale e supportare gli studenti nei cambi di ciclo e nel passaggio al mondo del lavoro.
Per combattere la “povertà educativa” si propone l’invio di “un esercito di maestre e di maestri” nelle zone più marginalizzate e col tasso di dispersione scolastica più alto, in modo da invertire la tendenza”.
Così, si legge dunque la promessa di “portare l’offerta a tempo pieno nelle scuole elementari del Sud ai livelli medi del Centro Nord”.
“Nel mondo della formazione universitaria, si propone di lanciare “un piano di reclutamento strutturale e continuativo di 10mila ricercatori di tipo B nei prossimi 5 anni, rafforzando il reddito degli studenti meritevoli”.
In pratica, sembra, nelle intenzioni del Pd, di voler continuare quando già intrapreso attraverso la “buona scuola”, mentre fa sperare questo “esercito di insegnanti” da inviare nelle scuole di frontiera per combattere abbandoni e dispersioni.
Si leggerebbe pure l’implementazione del tempo pieno nelle scuole del Mezzogiorno dove, è un dato di fatto, di fronte all’80% di tempo prolungato e pieno al Nord, si fronteggia un 8% circa nelle scuole, per esempio, della Sicilia dove, oltre a non esserci la possibilità delle mense (comuni senza soldi e istituti senza aule attrezzate), mancano i servizi essenziali di trasporto.
Una sfida senza dubbio, ma dagli esiti incerti, mentre il recupero di tempi scuola più lunghi permetterebbero pure maggiore occupazione e più cattedre.
Non si parla di scuola paritaria, come è invece affermato dal programma del Centro destra.
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