A tal proposito la stessa CRUI pur condividendo la necessità di intervenire su tale problema allo scopo di rendere il sistema del diritto allo studio più efficiente, appare assolutamente non condivisibile l’utilizzo a tal fine di fondi già destinati alle Università, peraltro relativi alla quota premiale sui risultati della valutazione della ricerca appena resi noti. È prevista, infatti, una correlata riduzione del Fondo di Finanziamento Ordinario delle Università pari al 20% della suddetta quota premiale. Le conseguenze di tale intervento sulle Università già in attesa dell’indispensabile recupero del taglio di 300 milioni di euro per l’anno in corso, congiuntamente col brusco innalzamento della stessa quota premiale al 20% (dall’attuale 13,5%) prevista da un altro emendamento, sono a questo punto facilmente prefigurabili e senza dubbio drammatiche. Contrari all’emendamento anche gli esponenti M5S che affermano: “I nuovi canali nazionali per l’erogazione di borse di studio determinano criteri di accesso molto restrittivi e un conflitto di attribuzioni tra Regioni e Ministero che rischiano di causarne il blocco, causando l’ulteriore riduzione delle già esigue borse di studio. Inoltre l’aumento della quota premiale del Fondo metterà a rischio la stabilità finanziare per le università del Centro-Sud dal momento che il sistema di valutazione si basa sulla situazione risalente a tre anni fa e non determinerà maggiori risorse per le università premiate”.
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