Più di ogni altra cosa, l’attenzione dei partiti, pronti al rush finale del 4 marzo, è rivolta a fisco e pensioni.
La campagna elettorale infatti punta i riflettori sul taglio delle tasse e sul capitolo della previdenza.
Tutti gli schieramenti intanto, ad eccezione del Pd, puntano a rivedere la legge Fornero, anche se all’interno della coalizione di destra si litiga sui modi, sui tempi e sul come. Non si capisce inoltre se i battibecchi siano una sorta di disfida per rendere più appetibile la proposta, oppure una specie di sceneggiata in modo che, se dovesse realmente governare la coalizione di destra, qualcuno potrà sempre addossare la colpa all’alleato se non si sono potute mantenere le promesse, che sono tante.
Ormai la politica italiana ci ha abituato a tutto, per cui ogni sospetto è legittimo. In ogni caso promettono le destre l’aumento delle pensioni minime e per le mamme.
Il partito democratico invece preferisce puntare sui giovani immaginando addirittura un assegno di garanzia da 700 euro al mese a chi ha avuto carriere discontinue. E poi “sì” al salario minimo garantito per tutti. Previste una serie di misure in favore della natalità, e dell’occupazione femminile. In cantiere una pensione di garanzia per i giovani da 700 euro al mese e un piano per l’invecchiamento attivo.
E veniamo alla scuola, secondo quanto pubblica Ansa, il Pd punterebbe a rendere gratis i libri scolastici, aumentare gli stipendi dei docenti e reclutare ricercatori nelle università.
Per il centrodestra invece non pare ci sia piena convinzione a demolire del tutto l’attuale sistema, ma vanno cancellate in ogni caso le ‘anomalie e le storture’ della Buona scuola.Rimane tuttavia puntuale la proposta di dare maggiori libertà per le famiglie nella scelta dell’offerta educativa. Detta in altri termini, potenziare le scuole private
Incremento della spesa pubblica per l’istruzione con un piano assunzioni in base al fabbisogno delle scuole, è quanto propone il M5S. Scandagliando bene però, quello del piano assunzionale in base al fabbisogno è una proposta che sentiamo da decenni.
Più investimenti e stop alla “Buona scuola” per Liberi e uguali. E poi rendere progressivamente l’accesso all’università gratuito.
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