La funzione esecutiva dello Stato è affidata al governo: deve dar attuazione alla volontà del potere legislativo. La costituzione italiana è stata edificata su tale principio.
Il ministero dell’istruzione e del merito, però, lo disattende, nonostante la specifica delle sue attribuzioni del 2020. Esse riguardano “Le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in ordine al sistema educativo di istruzione e formazione di cui all’articolo 2 della legge 28 marzo 2003 n. 53”.
Decodificando: l’oggetto del mandato è lo “Sviluppo delle capacità e delle competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali”. La conseguenza più rilevante di tale disposizione ha natura semantica: il significato di “competenza” non è univoco, dipende dall’ambiente di riferimento. Nel contesto universitario è associato a prestazione, all’attitudine ad affrontare positivamente un compito. In ambito scolastico, invece, evoca comportamenti da governare e da stimolare per far emergere le capacità degli studenti: la finalità del sistema educativo.
Il Collegio dei docenti è l’organismo deputato alla “programmazione dell’azione educativa” che, elaborando “i criteri generali della programmazione educativa”, definiti dal Consiglio di Circolo/di Istituto, disegna e controlla i processi d’apprendimento. L’attività ministeriale di questo governo, nei sei mesi di vita, ha eluso il suo compito primario, anzi, ha seguito una traiettoria che confligge con la volontà del legislatore. Si pensi ad esempio al docente tutor: il suo compito principale riguarda la valorizzazione degli studenti che, tradotta, vuol dire mettere a frutto gli insegnamenti ricevuti. Si tratta di un procedere bottom-up, che prende avvio dalla fase conclusiva di un processo articolato: strategia inadatta per il dominio di situazioni complesse, quali quelle scolastiche.
Le scienze dell’amministrazione, invece, postulano il Top-down, il procedere per approssimazioni successive. La legge vigente ha fatto proprio tale principio. I traguardi sono elencati nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa, sono perseguiti dal Collegio dei docenti che indirizza il lavoro dei Consigli di Classe che, a loro volta, pongono i vincoli cui devono sottostare gli insegnamenti. Per ridar slancio all’istituzione scuola sarebbe sufficiente che il ministero monitorasse l’attuazione delle norme sull’autonomia delle istituzioni scolastiche che “si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana”.
Enrico Maranzana
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