Nessun rimandato, o promossi o bocciati. Niente vie di mezzo. È il criterio adottato dall’istituto Maxwell di Milano. Solo due rimandati su 1500 studenti. Una scelta, quella dei nuovi criteri di promozione, adottata dal collegio dei docenti a febbraio. Con due insufficienze si passa, con tre no (o con due insufficienze gravi in due materie, una delle quali nell’anno precedente e mai recuperata). Dunque niente esame di riparazione? Destinato solo a chi ha due materie da recuperare, di cui una grave, criteri rigidi che comunque hanno riguardato una fetta minore di alunni perché le percentuali di promossi sono state tra l’80 e il 90%.
Perché non rimandare? Se un alunno ha da anni sempre 4 nella stessa materia, non è credibile che in due mesi possa recuperare. Meglio una bocciatura a giugno, che una falsa speranza di promozione a settembre, quando poi è molto più difficile cambiare scuola. Questa la linea della scuola che dà al Covid grosse responsabilità. La promozione per tutti ha premiato troppe persone impreparate e quest’anno molti (specie in alcuni corsi) sono stati respinti. La Dad ha creato dei solchi importanti, con studenti che non hanno retto il colpo e hanno smesso di frequentare. Così le bocciature sono arrivate anche per le troppe assenze.
Bocciare o non bocciare a scuola? Non ammettere l’alunno all’anno successivo è un intervento realmente utile alla sua crescita o produce solo reazioni di allontanamento dalla scuola e quindi maggiori tassi di abbandono dei banchi?
Ma cosa ne pensano i lettori della Tecnica della Scuola? Per dare voce alla loro opinione sull’argomento, abbiamo predisposto un nuovo sondaggio.
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