
La Scuola del futuro dovrà essere una scuola che rinuncia alla pratica spietata della promozione selvaggia.
Sarà una scuola che, alle servitù ideologiche e all’ottusa ripetitività del “si è sempre fatto così”, antepone l’attenzione per la persona, con i suoi bisogni e i suoi diritti di crescere e maturare, come persona, con i suoi tempi e i suoi ritmi. Dovrà essere una scuola che smette di togliere ai più fragili il diritto di acquisire e di apprendere nei tempi di cui necessita e, così, di privare gli stessi individui delle stesse possibilità di successo dei più dotati, nelle piena consapevolezza che determinate abilità o meccanismi di funzionamento del pensiero, non acquisiti in una determinata fascia d’età, non potranno più essere acquisiti.
Sarà una scuola attenta a non esporre le persone a fallimenti e umiliazioni perché gettati in gradi di istruzione avanzati senza aver acquisito adeguate e solite strutture di competenze e consapevolezza dei propri limiti.
Dovrà essere una scuola fatta da Docenti dall’alto profilo professionale che offre ai suoi studenti possibilità di apprendimento di alto livello. E la professionalità, per un Docente, dovrà significare, prima di tutto, attenzione alla persona. Il Docente dovrà, come un buon medico, padroneggiare un repertorio di strategie, integrabili e alternative, fra cui la bocciatura, da applicare in maniera specifica e personale a seconda delle specifiche caratteristiche e bisogni formativi di ogni singolo studente. La scuola, nel futuro, non sarà considerata una buona scuola se boccia tanti, pochi o nessuno.. ma se boccia le persone che hanno bisogno di fermarsi e di avere più tempo per crescere, per maturare per apprendere.
Paolo Peresutti