Attualità

Promuovere tutti o fare una valutazione seria? Nostra intervista a Toccafondi (Italia Viva)

Sui problemi della valutazione e degli esami di Stato abbiamo raccolto il punto di vista di Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva nella Commissione Cultura della Camera.

E’ il tema del giorno: alla fine dell’anno bisognerà promuovere tutti o si dovrà comunque procedere alla valutazione degli studenti?

Attendiamo il decreto e la decisione del Consiglio dei Ministri sul tema. Nel frattempo posso solo dire il mio pensiero. Non mi piace la logica del “sei politico” e per la fine dell’anno scolastico mi fiderei del buonsenso dei nostri insegnanti e dei dirigenti. Conoscono i ragazzi, hanno visto fino a febbraio il loro percorso a scuola, hanno visto l’impegno nel periodo a distanza e comprendono la situazione attuale.

Valutare significa dare valore, una finalizzazione ad un percorso fatto. Per come la vedo io, il tema della valutazione non è semplicemente che “occorre avere la valutazione”, altrimenti i ragazzi non si impegnano più da qui alla fine dell’anno. Ma che valutare dà valore al lavoro fatto, finalizza un percorso fatto.
Il voto è un problema tecnico. Il problema educativo è che la valutazione è un diritto del ragazzo, per questo “valutare per dare valore”.

Altro tema è riferito agli esami di stato. Come procedere ?

Anche qui occorre attendere il testo del decreto però da tempo come Italia Viva ribadiamo un concetto: l’esame di Stato va difeso a tutti i costi, sia quello di quinta superiore che quello di terza media.
Non difendiamo un totem, un principio o un percorso burocratico ma un passaggio educativo e formativo fondamentale della scuola. Non è un caso che quello delle superiori tutti continuiamo a chiamarlo “maturità”, rappresenta un momento cruciale nella crescita dei nostri ragazzi. La maturità è un passaggio fondamentale, un percorso di crescita che si può e deve fare anche in questa non facile situazione. E l’esame di terza media è altrettanto importante, anche in considerazione che non si fa più l’esame alla fine della quinta primaria.
Da qui al 17 giugno c’è un periodo di tempo che potrà essere utile per comprendere, ascoltando il parere dei medici che potranno dirci se sarà possibile effettuare l’esame di Stato nelle scuole con tutte le distanze e i dispositivi di protezione individuale. Intanto la decisione della Ministra su commissione interna con presidente esterno è di buonsenso. Aggiungo solo che per me la decisione che spetta ai medici, di poter far rientrare i ragazzi della “maturità” a scuola per gli esami, non deve essere condizionata alla possibilità di rientro a scuola per tutti gli otto milioni e oltre di studenti.

Una delle obiezioni di chi propone la promozione per tutti è che le bocciature potrebbero dare origine a contenziosi di ogni genere.
Per esempio, si può escludere che uno studente insufficiente a febbraio non avrebbe potuto recuperare nella seconda parte dell’anno?

Capisco le difficoltà a chiudere l’anno scolastico e a non trovarsi di fronte a ricorsi e controricorsi, ma questo è un problema degli adulti, non devono pagare i ragazzi. La scuola è un percorso educativo, di conoscenza, di domande, di rapporti tra docenti e allievi, andare a scuola non è come andare in biblioteca a leggere dei libri. Tantissimi insegnanti non hanno atteso un giorno, la circolare ministeriale per restare in contatto con i ragazzi perché sanno che sono “maestri” e non semplicemente dispensatori di istruzioni per l’uso, maestri che, soprattutto adesso, mostrano in atto un uso adeguato della ragione, della conoscenza, rispondono così anche a preoccupazioni e domande.
L’educazione è l’introduzione alla realtà e non semplicemente un insieme di nozioni.
Se si ha coscienza di questo il tema della valutazione fatto da docenti che hanno questa coscienza, sarà fatta sull’apprendimento, sulle verifiche, sulle conoscenze ma sarà anche fatta sul percorso di ogni singolo ragazzo. Come dicevo all’inizio, usiamo buonsenso e ragionevolezza e fidiamoci dei nostri insegnanti e dirigenti.

Ad emergenza conclusa non sarebbe forse il caso di discutere seriamente della reale funzione della valutazione e degli esami?

Sono tante le cose che dovremo rivedere alla ripresa. Al netto dei problemi infrastrutturali su cui si dovrà ovviamente lavorare, le difficoltà che questa situazione ha portato a galla sono le difficoltà della scuola in generale. Però in questo mese di emergenza, impensabile per chiunque, la scuola ha reagito bene anche grazie ad uno strumento, introdotto 20 anni fa pur in dosi minime, e sui cui riflettere: l’autonomia scolastica.

Reginaldo Palermo

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