Considerato che sono stati circa 9,2 i giorni di assenza che, in media, ogni dipendente pubblico ha preso nel corso del 2015, il ministero della Pubblica amministrazione sta lavorando sul decreto che riformerà il testo unico del pubblico impiego, da presentare per metà febbraio. Il focus sarà dedicato proprio a contrastare i ‘furbetti’ del weekend, che saltano ripetutamente il lunedì e il venerdì, e i casi di assenteismo di massa, ovvero quando si registra un tasso molto più alto del solito che sottende un’organizzazione mirata.
Scorrendo le altre tipologie di assenza, pubblica l’agenzia Ansa, emerge un lieve calo per quanto riguarda la maternità, i congedi parentali e la malattia del figlio (da 3,1 giorni si scende a 3).
Cala anche quel che rimane fuori, il resto degli altri permessi ed assenze retribuite (da 2,8 a 2,5 giorni). Risulta invece in leggero rialzo la media relativa agli scioperi (da 0,1 a 0,2 giorni). Per avere il totale delle assenze, così come calcolato dalla Ragioneria generale, bisogna aggiungere alle diverse voci anche le ferie.
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Ecco che il complesso dei giorni di assenza (tra retribuite e non) nel 2015 è risultato pari ad oltre 126 milioni di giornate, in diminuzione del 4,8% però rispetto all’anno precedente (quasi 133 milioni).
E’ calato anche un po’ il personale, ma a ritmo decisamente inferiore (-0,1%). Nel dettaglio, analizzando i diversi settori in cui si divide il pubblico impiego, e focalizzando l’attenzione sulle assenze per malattia, nella scuola, come riportato nel database del conto annuale, le giornate saltate sono state, in media, 7,5 per gli uomini e 9,7 per le donne, nei ministeri 9,9 per i lavoratori e 11,7 per le lavoratrici, nella sanità 8,6 per i dipendenti e 11,6 per le dipendenti. Il fenomeno nel 2015 mostra un certo attenuamento (le assenze retribuite calano da 18,8 a 17,8), anche se per recuperare lo storico gap con il privato c’è probabilmente ancora strada da fare. L’attenzione del governo sulle assenze, o meglio sulle anomalie in fatto di assenze, è nota. La delega Madia pone le basi per un nuovo sistema di controlli, con il polo unico della medicina fiscale in capo all’Inps, ed è stato già annunciato un intervento per contrastare l’assenteismo.
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