Gli studenti delle scuole superiori tornano in piazza e venerdì 7 ottobre sfileranno in corteo nelle maggiori città italiane mentre i docenti si preparano allo sciopero del 21 ottobre prossimo. Ad incrociare le braccia, per ora, saranno solo una parte dei sindacati di base. Ma molto dipende dall’esito dell’incontro che, domani, vedrà seduti allo stesso tavolo la ministra Stefania Giannini, e i sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal.
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L’oggetto del contendere, scrive anche Il Messaggero, parte dall’entrata in vigore della legge 107 di riforma della scuola, con i problemi organizzativi legati alle novità previste dalla riforma. Da quello che ne verrà fuori dipenderà l’inizio o meno di una dura protesta anche da parte dei docenti. «Apriremo un serrato confronto sulle problematiche di avvio anno spiega Domenico Pantaleo, Flc Cgil in merito al caos creato dalla disordinata gestione della mobilità, dall’andamento assai discusso del concorso per il reclutamento dei docenti, dalla gravissima insufficienza dell’organico Ata, dalle procedure per le assunzioni rese incerte dalle conciliazioni sulla mobilità. Il nostro obiettivo è superare queste criticità, attraverso un confronto che porti all’individuazione di soluzioni condivise e rispettose delle aspettative dei cittadini e del personale della scuola».
Soluzioni condivise, dunque, altrimenti la protesta andrà avanti. Già nel fine settimana nelle piazze di Roma, Milano e Napoli, Bologna, Lamezia, Cosenza e Reggio Calabria manifesteranno gli studenti.
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Sul tappeto le novità dello Student act, che verrà inserito nella legge di Stabilità, prevedono un’infornata di super borse di studio per 500 ragazzi delle scuole superiori e la no tax area per le tasse universitarie, per i redditi sotto i 15mila euro. Un passo importante per il diritto allo studio ma che, comunque, per gli studenti resta insufficiente. «Il cosiddetto Student Act rivendica il Link Coordinamento Universitario – contiene misure spot. E’ evidente come, in vista del referendum costituzionale, il governo preferisca inserire nel dibattito pubblico misure propagandistiche per pochi, incapaci di rispondere alle reali esigenze del paese».
Il 7 ottobre, al fianco degli universitari ci saranno anche i ragazzi delle scuole superiori, aderenti all’Unione degli studenti. «Invaderemo le piazze di tutta Italia, pronti a gridare il no di una generazione intera che è stanca delle bugie e delle false promesse. Servono finanziamenti consistenti, di gran lunga superiori alle risorse straordinarie pari a 50 milioni che erano presenti nella scorsa finanziaria». La proposta del Link, come ribadito venerdì scorso in un incontro tra le varie associazioni universitarie italiane alla Sapienza, prevede di allargare la quota dei beneficiari di borse e servizi per il diritto allo studio e di riformare la tassazione con una no tax area fissata a 28.000 euro di Isee.
Intanto sul fronte dei docenti il primo sciopero, con una due giorni fatta di cortei e sit-in a Roma, è stato fissato per il 21 e il 22 ottobre prossimi dai sindacati Unicobas, Usb e Usi: il primo giorno il personale scolastico diserterà le scuole per manifestare dal Ministero dell’Istruzione, in Viale Trastevere, fino a piazza San Giovanni dove verrà preparato il corteo del giorno dopo per il NO Renzi day.
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