È con rammarico e stupore che constatiamo l’ostinazione del Governo, e in particolare del Ministro Azzolina, nel pubblicare i bandi per i concorsi straordinari e ordinari per i precari della scuola. Noi vediamo in questa pubblicazione solo una “propaganda politica” e uno specchietto per le allodole per i precari.
Riteniamo, infatti, del tutto inutile pubblicare i bandi per i concorsi ordinari senza sapere quando si svolgeranno le prove; abbiamo visto che nel giro di qualche mese è cambiato il mondo, figuriamoci se fra 5 o 6 mesi sappiamo quali saranno le nuove emergenze. La migliore soluzione era aspettare e pubblicare i bandi in un tempo meno incerto, dando, così, concretezze ai precari e la possibilità per loro di svolgere le prove in totale tranquillità e sicurezza.
Seconda questione di non secondaria importanza: sarà difficile, se non impossibile, svolgere concorsi straordinari, così come congegnati, entro il 31/08/2020 per avere in cattedra i nuovi docenti per il prossimo anno scolastico 2020/21. Se pensiamo solo che bisognerà nominare un CTS, che prepari le prove a riposta multipla per oltre cento classi di concorso e sulle metodologie didattiche, poi avere le disponibilità delle scuole per testare le prove e… tante altre attività propedeutiche non di poco conto! Come si farà tutto questo in tempi brevi e, soprattutto, in piena sicurezza?
Tutto ciò sembra solo propaganda politica, quando invece si dovrebbero affrontare le problematiche della scuola con cognizione di causa e onestà.
Chi ci rimette in tutto questo sono i nostri alunni, che non avranno i docenti per l’inizio del nuovo anno scolastico, i docenti, che non saranno stabilizzati, e le famiglie, che non avranno docenti per i propri figli. Altro che riduzione di alunni per classi per fare lezione….
Da considerare anche che la procedura per la sola abilitazione è così complessa -un ingegnere della Nasa non avrebbe saputo fare meglio- che riteniamo sia meglio partecipare al concorso ordinario.
Prima di venire alla procedura, ricordiamo che possono partecipare i docenti con tre anni di servizio misti statali e paritari, o solo paritari, i docenti IeFP e anche i docenti di ruolo con il solo titolo di studio valido per l’insegnamento nella classe di concorso scelta.
Ora, vediamo cosa è previsto per il percorso straordinario per l’abilitazione:
▪ Bisogna, innanzitutto, superare una prova computer based con almeno 42/60
▪ Anche coloro che partecipano al concorso straordinario per il ruolo e superano la prova con almeno 56/80, ma non si collocano nella graduatoria dei 24.000 posti per il ruolo, possono partecipare al percorso;
▪ Possono, inoltre, partecipare i docenti che superano la prova del concorso straordinario per il ruolo, rientrano nella graduatoria dei 24.000, ma devono attendere lo scorrimento della graduatoria. Così, nell’attesa possono conseguire l’abilitazione.
Ma non finisce qui, per accedere al percorso abilitante è necessario:
▪ avere un contratto di docenza a tempo indeterminato ovvero a tempo determinato di durata annuale (31 agosto) o fino al termine delle
attività didattiche (30giugno), presso una istituzione scolastica o educativa del
sistema nazionale di istruzione, ferma restando la regolarità della relativa
posizione contributiva;
• dulcis in fundo, ci sarà anche una prova finale orale! La norma recita:
“Il percorso di formazione si conclude con una prova finale orale disciplinata dal comma 13 lettera c) del DL 126/2019 convertito con modificazioni nella legge 20 dicembre 2019 n. 129.”; prova per la quale il Ministero non ha ancora predisposto il relativo decreto con le modalità, i tempi e i criteri per il superamento.
Il relativo decreto dovrà stabilire: “le modalità di acquisizione, ai fini dell’abilitazione e senza oneri a carico della finanza pubblica, dei crediti formativi universitari o accademici di cui all‘articolo 5, comma1, lettera b), del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59, nonché le modalità ed i contenuti della prova orale di abilitazione e la composizione della relativa commissione”.
Una cosa mostruosa su cui, sappiamo, anche il CSPI si è espresso, rilevando non poche criticità: il concorso straordinario, per sua natura, dovrebbe solo accertare le competenze di migliaia di precari che hanno già dato prova di essere capaci nel delicato compito di insegnare.
Il sindacato Adesso Scuola ha avuto modo, più volte, di manifestare fondate perplessità circa le modalità del concorso straordinario proprio alla luce delle due questioni cruciali: il grande patrimonio di esperienza acquisito dai docenti e la fase post emergenziale del Covid-19.
Un’attenta politica scolastica, che vuole aspirare ad essere libera da paralizzanti ingessature, non può prescindere dal riconoscere il servizio prestato.
Quindi chiediamo al Governo e a tutto il Parlamento, attraverso il Decreto in discussione, di dare una risposta concreta per quanto riguarda la procedura per il concorso straordinario -previsto dalla L.159/2019-, visto che suddetta procedura è impossibile da realizzare per assumere i precari entro il 01/09/2020.
La nostra proposta, quindi, è:
1) concorsi straordinari per soli titoli per coloro che hanno tre anni di servizio nello statale (gae o altro), la procedura sarà attivata solo nelle province dove vi sarà disponibilità di posti così come previsto dalla L. n. 129/2019, e si tratterà di un percorso di formazione iniziale e di prova, abilitante all’insegnamento, di almeno 300 ore in collaborazione con l’Indire e con inserimento obbligatorio della DAD, con esame finale da tenersi con il Comitato di Valutazione (allargato come già previsto dalla L. n. 129/2019) dell’istituzione scolastica accogliente per la conferma in ruolo;
2) Prevedere per i docenti con tre anni di servizio misti statali e paritari, o solo paritari, o docenti IeFP, o anche i docenti di ruolo con il solo titolo di studio valido per l’insegnamento nella classe di concorso scelta, un percorso straordinario abilitante con solo un esame orale non selettivo, davanti alla commissione così come previsto a L. n.129/2019. O, in alternativa, solo la prova computer based così come prevista dalla L.129/2019, ma con programma di studio concernente solo le avvertenze generali, visto che i partecipanti hanno già l’insegnamento sul campo.
3) aggiornare le graduatorie di seconda e terza fascia e avviare con periodicità percorsi abilitanti sia per dare certezza ai precari che hanno lavorato in questi anni, sia per offrire opportunità di lavoro ai laureati e ai diplomati degli ultimi 3 anni. Inoltre sarebbe opportuno chiarire, come già richiesto da questa organizzazione sindacale, i requisiti dei nuovi inserimenti in III fascia per gli ITP. L’ambiguità della norma (L. 129/2019 che prevede l’acquisizione dei 24 CFU senza specificare altro per i nuovi inserimenti in 3 fascia) in contrasto con il D.lvo 59/2017 (fermo restando quanto previsto dall’art. 22 comma 2 del decreto legislativo n. 59/2017”, ossia il diploma per gli ITP rimane titolo di accesso ai concorsi fino al’a.s. 2024/25.), ha generato non poca confusione sulla necessità per gli insegnanti tecnico partici di possedere i 24 CFU per tale inserimento. La confusione, prodotta dalla legge, sta creando non poche speculazioni a danno degli ITP, in quanto molti centri di formazione ed Università hanno organizzato percorsi per il conseguimento dei suddetti crediti senza avere la certezza della loro validità ai fini dell’inserimento, e in definitiva solo per far soldi.
Crediamo che le misure proposte potranno dissolvere i tanti contenziosi in atto ed evitarne altri, che potrebbero conseguire dalle mancate procedure abilitanti o concorsuali non attivate, sicuro soccombenti per la pubblica amministrazione.
Non possiamo certo immaginare come evolverà la fase post-emergenza Covid-19, ma sappiamo, fin da ora, ciò di cui disponiamo: un patrimonio immane di esperienza maturata sul campo, certificata dal riconoscimento e dall’apprezzamento degli alunni, delle famiglie e delle comunità scolastiche.
Un patrimonio umano e professionale da non dissipare e che sarebbe ingeneroso e sconsiderato ignorare.
Adesso Scuola