Una scuola che abbia davvero a cuore la crescita civile e culturale dei ragazzi non può certo avallare o minimizzare comportamenti come le occupazioni, che ne impediscono il funzionamento e ne danneggiano la credibilità.
D’altra parte, la scuola può legittimamente diventare il luogo dove gli allievi possono progettare e organizzare momenti di approfondimento e di discussione su temi di loro interesse. In altre parole, una prevenzione efficace delle occupazioni, come dimostrano alcune esperienze, dovrebbe avere due cardini: la disponibilità a soddisfare le esigenze di autoespressione e di partecipazione degli studenti; la presenza nel regolamento d’istituto di norme ad hoc che indichino con chiarezza limiti e valori da rispettare.
La partecipazione studentesca deve basarsi su progetti concordati tra la scuola e gli studenti, qualcosa di strutturato e di previsto fin dall’inizio dell’anno. Può trattarsi di tre o quattro giornate di “didattica flessibile”, sperimentate con successo a Roma, con iniziative di carattere culturale o orientativo, meglio se distribuite nel corso dell’anno; di spazi programmati di discussione, anche nel corso delle assemblee mensili previste; e altro ancora. Bisogna evitare, invece, di concedere, sotto la minaccia dell’occupazione, le cosiddette autogestioni, sia per una questione di principio, sia perché improvvisate e quindi generalmente inconcludenti.
Si dovrebbero prevedere anche occasioni di dialogo preventivo con i genitori, in cui evidenziare i danni sostanziali che derivano dalle occupazioni: spreco di soldi pubblici proprio mentre si rivendicano maggiori finanziamenti per la scuola, percentuali dell’anno scolastico andate perse, quindi conoscenze e competenze non acquisite.
Quanto alle regole da includere nei regolamenti di istituto per scoraggiare le occupazioni, dovrebbero riguardare comportamenti come la permanenza non autorizzata nell’edificio scolastico, l’ingresso nella scuola forzando porte e finestre, l’impedire l’ingresso al personale della scuola, il danneggiamento di ambienti e attrezzature, l’interruzione delle lezioni. Devono essere inoltre esplicitati i compiti dei docenti in caso di occupazione. Va infine chiarito che la valutazione finale del comportamento deve essere fatta in base a tutti e due i quadrimestri e che quindi un’insufficienza nel primo quadrimestre non rimarrà ininfluente.
Sarà naturalmente compito delle singole scuole stabilire le relative sanzioni (anche a scanso di ricorsi).
È importante, però, che siano adeguate alla gravità dei comportamenti, perché altrimenti la scuola darebbe ai ragazzi un messaggio educativo debole e contraddittorio.
Con queste regole, gli studenti potranno essere sanzionati non genericamente per “occupazione”, ma per una pluralità di comportamenti di indiscutibile gravità, che però sono spesso assenti nei regolamenti di istituto.
Proposte di integrazione ai regolamenti di istituto
È utile una premessa al Regolamento che sottolinei la responsabilità della scuola come istituzione al servizio della collettività. Per esempio:
Le regole di comportamento indicate in questo regolamento servono a garantire il rispetto reciproco, la cura per l’ambiente scolastico e la serenità necessaria alle attività didattiche. Solo a queste condizioni la scuola può assolvere il compito di trasmettere alle nuove generazioni il patrimonio culturale che ci accomuna. Questo compito le è stato affidato dalla collettività, che lo sostiene con i soldi dei contribuenti.
NORME
Costituiscono gravi mancanze disciplinare i seguenti comportamenti:
– entrare o rimanere nell’edificio scolastico al di fuori delle ore di lezione, delle attività programmate dall’istituto o di quelle autorizzate dal dirigente scolastico;
– interrompere o impedire lo svolgimento dell’attività didattica;
– non partecipare alle lezioni pur essendo all’interno dell’edificio scolastico (salvo che in casi particolari con l’autorizzazione dell’insegnante);
– entrare nella scuola forzando porte o finestre;
– impedire l’ingresso al personale della scuola o ad altri studenti.
Danni
– Gli studenti sono tenuti al massimo rispetto degli ambienti scolastici, degli arredi, delle attrezzature, sempre avendo presente che i relativi costi sono sostenuti dalla collettività. Chiunque li danneggia è tenuto a risarcire la scuola e incorre nelle sanzioni disciplinari previste dal presente regolamento.
Voto di condotta
– In sede di scrutini finali il Consiglio attribuirà il voto di condotta tenendo anche conto dei comportamenti relativi al primo quadrimestre, come dispone il Decreto Ministeriale n.5/2000, all’art. 5, comma 1 (“Ai fini della valutazione del comportamento il Consiglio di classe tiene conto dell’insieme dei comportamenti posti in essere dallo stesso durante il corso dell’anno”).
– La scuola valuta sul piano disciplinare le infrazioni alle disposizioni del presente regolamento, fatte salve ulteriori responsabilità di carattere penale.
Compiti dei docenti
– In caso di occupazione i docenti sono tenuti a svolgere le lezioni, al limite anche a un solo allievo; nel caso che fosse loro impedito di farlo, devono riferirlo per scritto al dirigente, indicando i nominativi dei responsabili, se ne a conoscenza. Sono inoltre tenuti a individuare, in collaborazione con i colleghi, gli allievi che sono presenti a scuola, ma non in classe, e ad annotare i loro nomi, differenziandoli dagli assenti veri e propri.
(Le proposte si basano, con alcune modifiche e integrazioni, sui documenti elaborati da un gruppo di 18 presidi toscani e dal Gruppo di Firenze nel 2011 e sulle indicazioni emerse nel convegno dell’Associazione Nazionale Presidi “La scuola: un bene della comunità”, svoltosi il 22 ottobre 2013 a Roma)
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