Non si placa la guerra fra sindacati e Ministro sulla questione delle immissioni in ruolo e delle nomine dei supplenti.
Le 60mila assunzioni fatte in tempo record e la chiusura delle operazioni annuale avvenuta in molte province entro il 31 agosto non sono bastate da sole a calmare gli animi.
Battagliera è la Cgil Scuola che rende noto di "aver già predisposto una nutrita serie di ricorsi per tutelare diritti compromessi da scelte sbagliate assunte dal Ministero".
Le contestazioni maggiori sono centrate contro l’unificazione fra la terza e la quarta fascia delle graduatorie per l’immissione in ruolo.
"Gli effetti di questa unificazione – commenta il segretario nazionale Enrico Panini – sono che circa 10.000 docenti delle scuole private hanno scavalcato altrettanti precari che hanno maturato il servizio nella scuola pubblica".
E sulla unificazione del punteggio fra scuola pubblica e scuole paritarie, la Cgilscuola è intenzionata a sollevare addirittura una eccezione di legittimità costituzionale.
C’è poi il fatto che secondo la Cgilscuola i posti messi a disposizione per le immissioni in ruolo sono stati spesso largamente inferiori alle effettive disponibilità di posti da ricoprire.
Insomma, secondo il sindacato di Panini nel "decreto Moratti" non c’è praticamente nulla che vada bene.
Anche Cisl-Scuola si mostra preoccupata per la situazione, ma intanto prende le distanze da Panini e dichiara: "Non ci siamo aggregati e non ci aggreghiamo al coro dei disfattisti, per le disfunzioni che, data la ristrettezza dei tempi, possono essersi verificate nelle operazioni di immissione in ruolo".
Come dire: qualche problema può essersi verificato, ma a noi la sostanza del decreto va bene.
Ma adesso l’attenzione si sta già spostando sulle procedure delle nomine dei supplenti.
E a questo proposito l’Anp rende noto che – secondo un monitoraggio condotto attraverso le proprie sedi territoriali – in molte province, soprattutto in quelle di maggiori dimensioni, si sono costituite reti di scuole per le nomine dei supplenti.
"Riteniamo che tale impostazione – afferma l’Associazione di Giorgio Rembado – sia interessante in quanto costituisce una prima esperienza di collaborazione tra le scuole, se pure su una questione meramente organizzativa. La possibilità, infatti di mettere in raccordo risorse professionali e strumentali costituisce una modalità di lavoro da riprendere anche oltre e per finalità diverse rispetto a quelle delle nomine dei supplenti".
Proprio da una grossa provincia arrivano tuttavia segnali di guerra: a Torino i sindacati annunciano di non essere per nulla soddisfatti di come si è conclusa la vicenda. Nessuna rete di scuole, anche se le conferenze di servizio dei capi di istituto hanno deciso di attenersi rigorosamente all’ordine di graduatoria. I sindacati provinciali stanno già dicendo che terranno aperte le proprie sedi 24 ore su 24 per poter accogliere i ricorsi di precari e supplenti.
Ed il segretario regionale della Cisl-Scuola Enzo Papalettera ironizza sul fatto che per nominare i supplenti ci si accontenti di usare il telefono e non si ricorra a metodi più oggettivi: "Ora, per nominare una persona, ci si basa su una o più telefonate. Ma se quella persona è sotto la doccia o ha il telefono guasto?"
Forse, però, è solo una battuta di fine estate.
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