Ricordiamo tutti come per circa un anno è stata sventolata la bandiera di un piano straordinario di assunzioni che avrebbe dovuto risolvere l’annosa situazione delle GaE, attutire gli effetti della sentenza europea contro gli abusi dei contratti a tempo determinato nel settore dell’istruzione e avviare nuove regole per il reclutamento dei docenti. Tale numerosa immissione di insegnanti sarebbe poi dovuta essere alla base di un cambiamento di tutta la scuola, tanto che il progetto fu ideato come una vera e propria riforma.
Nell’apprendere la notizia il 3 settembre 2014, tanti di noi si sono probabilmente allarmati, più che rallegrati, perché è ormai connaturato in noi che non ci fidiamo di nessuno, visto quanto abbiamo subito in questi ultimi 15-20 anni e come il settore sia stato abbandonato a sé stesso.
Ricordiamo anche come quello che doveva risolversi con un decreto del ministro, pronto agli inizi di marzo e perfettamente in tempo per l’avvio delle procedure di assunzione, si trasformò improvvisamente in disegno di legge, il che equivaleva a sottoporre il progetto alla discussione e alla votazione del Parlamento. Era la cosa più opportuna tutto sommato per un momento di riforma di un settore così importante, ma questo ha comportato il rinvio delle assunzioni oltre i tempi previsti e l’evidente difficoltà di procedere con ordine e razionalità.
Pubblicata a luglio la legge 107, il governo si affrettò ad avviare meccanismi informatizzati per la raccolta delle domande di adesione al piano di assunzione invitando “caldamente” i docenti delle GaE ad inoltrare domanda e partecipare al piano, lasciando quasi intendere che non si sarebbe potuto prevedere il futuro dei precari, dal momento che si voleva eliminare la cosiddetta “supplentite”. Molti di noi, prevedendo che avrebbero potuto perdere ogni possibilità lavorativa hanno “accettato” di inoltrare la domanda; altri, meglio posizionati in graduatoria, ci hanno rinunciato quando il governo fu costretto a puntualizzare che le GaE sarebbero comunque sopravvissute fino al loro naturale esaurimento, ma questi docenti si sentirono anch’essi delusi e incerti sul proprio futuro. Fu una fase molto calda, in cui i vari sindacati lamentarono che docenti con punteggi alti o più specializzazioni sarebbero stati penalizzati, poiché non avendo a disposizione ancora i posti attivati successivamente dalle scuole e dai provveditorati per il potenziamento, i suddetti docenti (quasi tutti meridionali) sarebbero stati sicuramente destinati a partire e vedere poi successivamente che gli altri venire assunti nella prima provincia espressa in domanda.
Una volta chiusa la fase di inoltro delle domande e fatti un po’ di conti, il governo si accorse che circa 30.000 persone non avevano aderito al piano e rimanevano in GaE, lasciando aperto il problema di queste intoccabili graduatorie.
La notte del 2 settembre si inviarono le proposte di assunzione in ruolo a quanti avevano aderito ed erano i più in alto in graduatoria o in possesso di specializzazione per il sostegno, soprattutto AD00. Un esodo! L’esodo previsto.
Il Primo ministro Renzi fece gli auguri e disse che quelli che non avevano fatto domanda probabilmente si stavano mangiando le mani.
Il 10 novembre scorso si è avuta poi l’ultima fase delle assunzioni e la maggior parte dei docenti è rimasta nella prima provincia espressa, probabilmente quella di appartenenza. Anche qui gli auguri del Primo ministro e un’occhiataccia a chi era rimasto in GaE.
Contestualmente a questa fase però, e alle procedure di avvio del prossimo concorso, il governo ha cominciato a lasciar trapelare altre intenzioni, e che cioè anche coloro che sono rimasti in GaE verranno assunti!
I docenti della fase B non ci stanno, né accettano la mancata volontà del governo a porre rimedio con le regole sulla mobilità a questa enorme ingiustizia perpetrata nei loro confronti. Ad aver saputo prima e chiaramente le intenzioni del governo non avrebbero esitato a non partecipare al piano.
Pertanto utilizzeranno tutti i punti suesposti per trascinare il governo davanti ai giudici e pretendere che giustizia sia fatta.
I punti saranno come minimo i seguenti:
– Ritardo nell’avvio delle procedure di assunzione che ha determinato la fretta e l’irrazionalità del governo nel procedere.
– Atteggiamento tendenzioso da parte del governo in fase di domanda (filmati, dichiarazioni dei rappresentanti delle istituzioni e quant’altro potrà essere utile a ricostruire qual è stato il comportamento del governo per spingerci a partecipare al piano e quali “sembravano” in quel momento le previsioni delle future assunzioni)
– Possibilità di prevedere il risultato ingiusto della fase B di assunzione e trattamento sfavorevole dei docenti con più alto punteggio o con maggiore specializzazione (simulazioni dei sindacati e dichiarazioni del governo nel mese di agosto)
– Possibilità di riequilibrare la stortura tramite le regole per la mobilità, ma mancata volontà del governo e mantenimento dell’attuale situazione per accontentare i docenti di fase C in quanto più numerosi.
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