La richiesta è quella di aprire un confronto col le organizzazioni sindacali per sanare un contenzioso antico e prima che la Commissione europea riapra una procedura d’infrazione contro il governo italiano.
I motivi della protesta:
1. per valorizzare la professionalità dell’insegnante universitario di madrelingua
2. per chiedere che venga uniformato il trattamento a livello nazionale
3. per chiedere il rispetto della Legge 63/2004 che definisce orario e trattamento economico e normativo della categoria
4. per chiedere l’abrogazione l’art.26 della L. 240/2010 “legge Gelmini”
5. per il rilancio dell’insegnamento delle lingue negli Atenei italiani nel rispetto degli obiettivi e dei parametri europei
e contro
1. la chiusura dei Centri Linguistici di Ateneo e l’appalto ai privati
2. la discriminazione di cui è oggetto da anni la categoria sul piano economico e normativo
3. i licenziamenti di Cassino e il dimezzamento dello stipendio a Siena, Lecce, Catania
4. il proliferare di iniziative di taglio alla spesa per l’apprendimento delle lingue da parte dei Rettori e degli organi di governo degli Atenei.
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