Anche per il prossimo anno scolastico il Miur ha confermato la decisione, già assunta nell’a.s. 2017/18, di modificare, mediante atti amministrativi, il piano orario e l’ordinamento del Liceo Musicale previsto dal DPR 89/10, istituendo nel primo biennio l’attività di ascolto partecipativo e prevedendo una corrispondente riduzione di un’ora di lezione frontale del primo strumento.
Lo scrive la Flc-Cgil, appoggiando la protesta, non solo di genitori e insegnanti dei Licei musicali, ma anche degli alunni che si vedono defraudati di un’ora nel loro curriculum. Quello stesso in pratica che avevano accettato all’atto dell’iscrizione.
Una manovra incomprensibile dunque quella del Ministero e della ministra ancora in carico che, a quanto pare, non intende rispettare l’idea guida del suo predecessore, e dello stesso partito, Luigi Berlinguer, da cui nacquero i Licei musicali.
Le conseguenze di questa scelta sono, scrive sempre la Flc-Cgil, da un lato, un depauperamento dell’offerta formativa erogata agli studenti e, dall’altra, una riduzione delle cattedre dei docenti di strumento musicale.
Fra l’altro, occorre rilevare, nonostante le specifiche richieste delle organizzazioni sindacali, le proteste di studenti e famiglie, il contenzioso giudiziario in corso, il Miur continua a mantenere, inspiegabilmente, un atteggiamento di totale chiusura.
Non è forse l’Italia la Patria del “bel canto”? De più grandi musicisti “classici” del pianeta? Ma al Miur questo, a quanto pare, non interessa, mentre al momento è soccombente nel contenzioso che è stato messo in atto sia dai docenti che dalle famiglie.
In questo senso, scrive la Flc-Cgil, “confermiamo l’impegno a difendere in tutte le sedi i vigenti piani orari, i diritti dei lavoratori e degli studenti.
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