Ricercatori e tecnologi del Enti di ricerca protestano per l’andamento della trattativa per il rinnovo contrattuale.
Secondo il sindacato FGU “è inaccettabile la discriminazione del personale tra Enti pubblici di ricerca (Epr) vigilati dal Mur e non”.
“Le risorse aggiuntive – prosegue FGU – vanno utilizzate per le progressioni di carriera e la generalità dei dipendenti, non per premi legati alla performance che mortificano il lavoro di équipe e la specificità dell’attività negli enti. La riforma dell’ordinamento professionale deve valorizzare tutto il personale”.
“Il clima è di profondo scontento – sottolinea il coordinatore nazionale Euletero Spiriti – e il sindacato, assieme alle altre sigle di categoria, ha convocato per domani 11 maggio, alle ore 11, un’assemblea nazionale del personale degli Epr presso la sede dell’Istat”.
“Fin dalla prima bozza della legge di Bilancio 2022, nel novembre 2021 – continua Spiriti – abbiamo segnalato che rappresentava una scelta discriminatoria destinare i 40 milioni di euro per la valorizzazione professionale al solo personale degli Enti di ricerca vigilati dal ministero dell’Università e della ricerca, dimenticando gli addetti di istituzioni cruciali, anche in ottica di realizzazione del Pnrr, come Anpal, Asi, Crea, Enea, Inail settore ricerca, Inapp, Isin, Ispra, Iss e Istat”.
“Finora – conclude il coordinatore nazionale – abbiamo ascoltato solo promesse e ciò si ripercuote negativamente anche sulla trattativa all’Aran per il rinnovo del contratto del comparto ‘Istruzione e Ricerca’. Infatti non viene recepita appieno – la necessità di dare risposte a ricercatori, tecnologi e personale tecnico-amministrativo sia per quanto riguarda l’ordinamento professionale sia rispetto allo smart working, al telelavoro e, appunto, alla distribuzione delle risorse aggiuntive”.
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