Il governo lo ha deciso in queste ore: non sarà più possibile registrare, nell’atto di nascita, i genitori omosessuali e verrà invece effettuata solo la registrazione del genitore biologico del bambino.
Forti le reazioni delle famiglie arcobaleno che chiedono un appello alla disobbedienza rivolto ai sindaci di tutta Italia per chiedere loro di resistere alle circolari dei prefetti e di iniziare, a registrare i figli delle coppie omogenitoriali. In particolare, non sarà più riconosciuto il ruolo genitoriale per tutte le coppie di uomini e di donne che, hanno scelto di diventare genitori mediante fecondazione eterologa effettuata all’estero ovvero la maternità surrogata, che avvien all’estero, non essendo possibile in Italia, la legge. italiana infatti non consente la possibilità di avviare una gravidanza surrogata e quindi molte coppie omosessuali sono costrette a rivolgersi all’estero, per poi far nascere il figlio/figlia in Italia.
Milano era una delle poche città che garantiva la registrazione di entrambi i genitori non biologici, ora però il Sindaco ha imposto lo stop alle registrazioni, anche se i certificati già registrati manterranno la loro validità. In questi casi, dunque, nel certificato di nascita del bambino, non saranno più registrati i nomi di entrambi i genitori dello stesso sesso, come avveniva, proprio a Milano, pur non essendoci una normativa ben definita per tali riconoscimenti.
Importanti le parole della presidente dell’associazione Famiglie Arcobaleno, Alessia Crocini “Questa notizia fa tristemente coppia con la decisione del governo italiano di bocciare anche la possibilità di un Certificato europeo di filiazione». La Commissione Europea infatti ha lanciato la proposta di istituire un Certificato europeo di filiazione, per riconoscere in tutto il territorio dell’Unione Europa i genitori di un minore anche se fossero coppie dello stesso sesso.
Parte in queste ore la protesta delle famiglie arcobaleno. Da oggi, ha spiegato per i Sentinelli Luca Paladini, “inizia una fase di mobilitazione permanente”. In piazza ci saranno Elly Schlein, segretaria del Pd che primo tra i partiti Milano ha promosso l’iniziativa, e il segretario di +Europa Riccardo Magi. E ancora, tra i politici: il Movimento Cinque Stelle, i Radicali Italiani, l’Associazione Luca Coscioni e Sinistra Italiana. Il sostegno è arrivato anche da diversi volti dello spettacolo quali la cantante Madame, che ha detto di voler essere in piazza, Tiziano Ferro e Alessandro Cattelan, Nancy Brilly, Roy Paci e Paola Turci. Dal palco, allestito di fronte a Palazzo Marino, interverranno rappresentanti delle realtà organizzatrici, moderati da Vladimir Luxuria, ma soprattutto sarà data visibilità alle storie delle famiglie che stanno facendo i conti con gli effetti di questo stop. Effetti che il Parlamento deve affrontare: “Serve una legge, non si può più aspettare”, ha detto Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno. “Sapevamo benissimo che questo governo non sarebbe stato amico delle famiglie arcobaleno, non lo hanno mai nascosto”, ha aggiunto. “Ma il tema non è ideologico, è un bisogno reale”. (Stop alle trascrizioni dei figli di coppie gay, cosa cambia adesso per gli omogenitori)
Insieme alle loro storie, ci saranno anche questi due momenti simbolici, ieri pomeriggio alle 15, in piazza della Scala. La manifestazione, promossa dalle associazioni Lgbtq+ e dalle Famiglie arcobaleno, vedrà la partecipazione di molti politici e diversi esponenti dello spettacolo, ma nessuno di loro parlerà. Perché i riflettori saranno puntati sui bimbi e non sulla politica. La quale, piuttosto, dovrà darsi una mossa da domani in avanti, “perché serve una legge su questo tema”. L’esigenza di tutti, dalle associazioni al sindaco Beppe Sala, è puntata sul vuoto normativo.
E sul governo. Ieri, durante la conferenza stampa di presentazione della manifestazione, Sala non ha risparmiato le sue stoccate a Giorgia Meloni e ministri: “Noto nel governo una voglia di stravincere e di passare sopra le istanze del Paese ed è sbagliato”, ha detto, “ma lo stravincere nella vita non va mai bene e quello che ora sta facendo il governo è cercare di umiliare chi la pensa in modo diverso, di umiliare la società”. Sala ha anche ribadito che oggi non sarà alla manifestazione perché, ha precisato, vista anche la presenza del corteo antagonista per Dax preferisce “stare in ufficio o a casa per porre attenzione a quanto accade”. Per quanto riguarda invece l’appello alla disobbedienza che oggi le associazioni lanceranno ai sindaci, Sala si è detto disposto a valutarlo, in sintesi, solo qualora ci fosse un fronte numeroso e compatto. (Schlein sui figli delle coppie gay: “Con il Pd sarò al presidio di Milano, è attacco ai diritti”. Sala: “La sinistra si esponga sul tema”)
Anche perché, lo ha detto diverse volte, perseverare in una battaglia solitaria a prescindere dallo stop del prefetto significherebbe dare false speranze alle famiglie: “La mia preoccupazione è che io con una firma dia l’illusione a una famiglia di risolvere la questione, e poi dopo arriverebbe una sofferenza qualora la procura impugnasse” la registrazione. Fermarsi, però, non vuol dire arrendersi: “Io non mi pento di quanto fatto, mi auguro che si potrà andare avanti e sto cercando alleanze con sindaci nazionali ma anche internazionali”. Sala, infine, si è detto preoccupato per quella che sta diventando “un’escalation e non si capisce dove si arriverà” nella negazione dei diritti alle famiglie omogenitoriali. (Famiglie arcobaleno, tante adesioni al presidio di sabato Milano. E gli organizzatori spostano il ritrovo: sarà in piazza Scala)
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