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Proteste per i tagli alle paritarie: l’ex ministro Fioroni dalla parte dei vescovi

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Non fa di certo scalpore ascoltare il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, mentre si schiera a fianco dei sostenitori del finanziamento pubblico delle scuole paritarie. Non sorprende collocarlo nello schieramento di coloro che da qualche settimana stanno facendo del pressing, nemmeno troppo nascosto, sul Governo per farlo rientrare rispetto alla decisione di sottrarre, attraverso un articolo della Finanziaria in discussione in Parlamento, ben 535 milioni di euro di finanziamenti inizialmente accordati.
Sui fondi destinati al sistema dell’istruzione non statale, cioè alla scuola libera”, Bagnasco ha auspicato, durante l’apertura dell’assemblea generale ad Assisi, “che le cifre inizialmente previste con decurtazioni consistenti, possano essere prontamente reintegrate in modo da consentire agli enti erogatori dei servizi di mantenere gli impegni già assunti“.
Fin qui nulla di nuovo. Proprio di recente un appello analogo era stato lanciato da una serie di associazioni cattoliche: assieme e singolarmente hanno chiesto alla maggioranza di “ripristinare la somma originariamente prevista di 535 milioni di euro, e provvedendo successivamente a realizzare misure economiche sulla parità scolastica che rientrino nelle norme generali dell`istruzione”.
Fin qui nulla di contradditorio. Ognuno, è il caso di dire, porta l’acqua al suo… mulino. Proprio per questo non passeranno inosservate le parole, sullo stesso tema, espresse dall’ex ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni, il quale ha reputato “più che condivisibili i richiami della Cei, soprattutto – ha sottolineato l’esponente Pd – riguardo alla necessità di svelenire il clima politico per consentire al Paese di crescere e a sanare quanto fin qui portato avanti dal Governo nei confronti delle scuole paritarie“.
Le parole di Fioroni non faranno di certo piacere all’ala meno conservatrice del Partito democratico. Per non parlare della sinistra radicale. “A proposito della scuola paritaria – ha proseguito l’ex ministro – appare del tutto inverosimile che proprio questo Governo, che della parità ha fatto proclami e promesse da campagna elettorale, abbia invece poi dato molto meno di quanto fece il governo Prodi: i tagli non riguardano solo i fondi alle scuole ma anche le risorse che, pur non andando alle scuole, garantiscono il diritto allo studio di ogni studente, ad esempio i fondi per i corsi di recupero, l`obbligo di istruzione e i libri di testo. In una sola cosa il Governo è stato di parola, quando promise che avrebbe trattato allo stesso modo scuola pubblica e paritaria: infatti – ha concluso Fioroni – ha tagliato a tutti. Ma non era questo ciò che aveva promesso“.
Evidentemente, però, una volta al Governo tra i sui rappresentanti è subentrata la sindrome dell’equità: nel cedere fondi (sempre meno) ma soprattutto nell’applicare tagli (che non avevamo mai visto di queste proporzioni). Senza entrare nel merito vorremmo solo far notare che attuare il contrario, lasciando maggiori risorse alle paritarie, avrebbe comportato ulteriori tensioni e dissensi di quelli cui abbiamo assistito sino ad oggi.