Il protocollo d’intesa sottoscritto nella mattinata del 6 agosto da Ministero e sindacati (manca per la verità la firma della Gilda degli insegnanti) contiene una parte finale in cui le parti “convengono” su alcune questioni non del tutto secondarie.
Intanto c’è un primo richiamo importante in quanto si sottolinea la “necessità che la rimodulazione dell’unità oraria secondo le modalità previste dal Regolamento sull’autonomia delle istituzioni scolastiche come deliberate dagli Organi collegiali non si traduca in una diminuzione del diritto all’istruzione per gli alunni”.
E’ probabile che questo passaggio sia stato introdotto anche per evitare che eventuali “irregolarità” del servizio dell’anno scolastico 2020/21 si ripercuotano sulle modalità di valutazione degli studenti: in altre parole, se le ore di insegnamento si riducessero in modo significativo si potrebbero ricreare le condizioni per una ammissione alla classe successiva “ope legis” come avvenuto quest’anno.
C’è poi l’impegno ad aprire prima dell’avvio dell’anno scolastico (e dunque entro il 31 agosto) due una sessioni contrattuali, una finalizzata a regolare il rapporto di lavoro svolto in modalità agile da parte del personale amministrativo tecnico e ausiliario e un’altra per definire le regole del lavoro dei docenti tramite la cosiddetta “didattica a distanza”.
Di particolare interesse è il punto in cui si sottolinea “l’impegno da parte del Ministero dell’Istruzione a superare, con riferimento anche all’utilizzo dell’organico aggiuntivo da emergenza COVID, entro l’inizio delle lezioni, i vincoli normativi che ostacolano la sostituzione del personale docente e Ata assente”: ciò significa che a breve il Governo dovrebbe emanare un provvedimento che consenta di nominare i supplenti già a partire dal primo giorno di assenza del titolare.
Ma l’impegno che più di altri rende soddisfatti i sindacati (la Uil Scuola ha parlato addirittura di inversione di rotta rispetto alle politiche neoliberiste dell’ultimo ventennio) è quello della revisione dei parametri stabiliti dal DPR 81/2009 relativi ai numeri massimi e minimi per la formazione delle classi.
E’ bene però precisare che, per il momento, si tratta solamente di impegni sulla carta che, per concretizzarsi, necessitano di atti di legge e, soprattutto, di stanziamenti consistenti e strutturali.
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