L’aggiornamento del protocollo sulla sicurezza nella scuola diventa un problema: i sindacati non hanno infatti hanno trovato l’accordo con il ministero dell’Istruzione, ritenuto indispensabile alla luce delle diverse novità in arrivo nelle istituzioni scolastiche dal 1° di aprile. Non è bastato un doppio confronto, svolto l’ultimo giorno di marzo, per fare quadrare il cerchio. Gli unici sindacati a mostrare sufficiente apprezzamento per il testo proposto dall’amministrazione, sarebbero stati quelli dei presidi, Anp e Dirigenti Suola, ma l’amministrazione ha preferito evitare lo “strappo”.
Sono troppe le questioni rimaste aperte: per la Cisl Scuola, c’è il problema “della gestione dei lavoratori fragili, per i quali deve essere prevista la possibilità di lavorare a distanza”.
A cui si aggiunge quello delle “modalità e i criteri per la didattica a distanza per la quale abbiamo sottoscritto a suo tempo un Contratto Integrativo del quale deve essere verificata la piena esigibilità anche in questa parte dell’anno scolastico”.
La Flc-Cgil ha rivendicato, invece, “i veicoli normativi” per procedere “e la certezza di risorse che ne consentano l’applicazione”.
“Su tutte le questioni – scrive il sindacato guidato da Francesco Sinopoli – quella per noi di cruciale importanza, è la risoluzione di tutte le problematiche relative all’organico aggiuntivo Covid, un personale di importanza vitale per il funzionamento delle scuole ancora caratterizzato dall’emergenza pandemica e per il quale deve essere garantita la copertura integrale per la proroga fino a fine anno scolastico e la regolare corresponsione degli stipendi”.
C’è anche il nodo del “ricorso allo smart working per i lavoratori fragili e dell’utilizzo in altre attività sia dei docenti non vaccinati che dei docenti non vaccinabili”: sono mansioni che “devono essere stabilite in maniera inequivocabile e con parità di trattamento per tutti”, anche i precari.
Il sindacato della Cgil ha quindi chiesto, anche nella conversione in legge del decreto 24, una norma che consenta “la nomina del supplente anche per collaboratore scolastico e assistente tecnico quando sono figura unica nel plesso o nel laboratorio”. Oltre che, infine, “un finanziamento per la copertura delle supplenze dei lavoratori non vaccinati, in modo da restituire le risorse sottratte alla contrattazione integrativa di scuola”.
Anche il futuro non sembra roseo: anche se “resta comunque la disponibilità a proseguire la trattativa”, Ivana Barbacci, nuova segretaria generale Cisl Scuola, fa notare che “l’Amministrazione durante la riunione ha rifiutato rigidamente la prosecuzione del confronto non considerando le conseguenze che una mancata firma condivisa del protocollo determinerebbero in termini di responsabilità della dirigenza scolastica”.
L’Anief, dal canto sui, parla già di contenzioso in arrivo per opporsi a quella che considera una “violazione delle norme contrattuali vigenti” che arriva a cambiare “il contratto dei 3.500 docenti sospesi a disposizione del dirigente scolastico che a partire” dal “1° aprile” svolgeranno “36 ore settimanali”.
Inoltre, per il sindacato guidato da Marcello Pacifico “rimangono inevase le richieste sullo sdoppiamento delle classi, il rispetto del distanziamento, la gratuità dei dispositivi di protezione e tamponi, l’uso della didattica digitale integrata senza nuove regole e senza più lo stato di emergenza. Come pure sul rispetto della funzione docente del personale sospeso”.
“Lo scorso mese di agosto – ha detto Pacifico – ricordai che un anno prima, in un altro protocollo sullo stesso tema, avevamo dato il nostro assenso perché l’amministrazione si era impegnata ad aprire un tavolo sul dimensionamento, quindi su un nuovo rapporto alunni-insegnanti ma anche alunni personale-ATA: quel primo protocollo lo abbiamo sottoscritto. Poi, a maggio a Palazzo Chigi, nel Patto per la Scuola, uno dei punti concordati conteneva ancora la volontà di cambiare le regole sul dimensionamento. Peccato che ad oggi quel tavolo non è stato fatto”.
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