Categorie: Attualità

Dirigente scolastica di Cosenza sanzionata dal Miur

 

Il caso del liceo “Fermi” di Cosenza, a distanza di più di un anno continua a far parlare.
Anche perchè ormai fra la dirigente scolastica e i sindacati (Flc-Cgil in particolare) si era innescato un vero e proprio braccio di ferro.
La vicenda aveva avuto origine dal fatto che la dirigente aveva previsto l’organizzazione di corsi di recupero per gli studenti svolti dagli stessi docenti della scuola e pagati dalle famiglie.
I sindacati avevano subito parlato di violazione delle norme contrattuali. La Flc Cgil Calabria, per parte sua, aveva sollecitato il Ministero ad aprire una indagine ispettiva. 
Adesso, a distanza di tempo, la questione si è conclusa con una pesante sanzione disciplinare nei confronti della dirigente (15 giorni di sospensione).
I sindacati si dicono soddisfatti del provvedimento disciplinare attuato ai danni della dirigente scolastica, in quanto ristabilisce la giusta importanza delle relazioni sindacali, dei diritti e dei doveri dei lavoratori.  Infatti – sostiene la Flc Cgil – al liceo “Fermi” di Cosenza si erano perse le giuste relazioni tra Ds e insegnanti.
La questione dei corsi di recupero, però, sembra solamente la “punta dell’iceberg” perchè si parla anche si una situazione di disagio diffusa fra il personale dovuta ad indebite ingerenze da parte della dirigente scolastica sull’ attività didattica e all’uso di sistemi di videosorveglianza che secono il Garante della Privacy non potrebbero essere installati nelle scuole.
Per non parlare delle dimissioni di massa dal Consiglio di Istituto.
Va detto tuttavia che le motivazioni precise del severo provvedimento assunto dal Miur nei confronti della dirigente non si conoscono ed è difficile quindi dire con esattezza quale o quali comportamenti le siano stati concretamente addebitati (scorrette relazioni sindacali?  errori contabili nella gestione dei corsi di recupero? scorretti rapporti nei confronti degli organi collegiali? …)
Si tratta di un particolare di non poco conto perchè, alla resa dei conti, il problema resta: può la scuola organizzare corsi di recupero chiedendo un contributo volontario alle famiglie? E’ esattamente questo che il Miur contesta alla dirigente o la sanzione riguarda altri aspetti?

 

Lucio Ficara

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