L’allarme terremoto che in queste ore sta sconvolgendo ampie aree dell’Italia centrale pone una questione complessa e delicata: come gestire l’emergenza nelle scuole e, soprattutto, come regolarsi per i profili di responsabilità nei confronti degli alunni?
Dalle notizie che stanno arrivando alla nostra redazione pare che in molte scuole la gestione dell’emergenza venga lasciata al buon senso o alla libera iniziativa di ciascun docente.
In realtà la gestione dell’emergenza dovrebbe seguire regole precise in modo tale che si sappia “chi fa che cosa”.
Quindi il piano di valutazione dei rischi e il piano per la gestione delle emergenze dovrebbero contenere anche un paragrafo relativo all’ “emergenza terremoto”.
L’indicazione più semplice e ovvia riguarda i comportamenti da tenere all’interno dell’edificio al momento della scossa (per esempio infilarsi sotto un banco sotto la cattedra in modo da avere una “protezioni” in caso di distacco crolli di soffitto).
Gli aspetti più complessi riguardano però il cosa fare subito dopo la scossa, soprattutto se si è in presenza di terremoti, come quelli di questi mesi, che si manifestano con scosse ripetute e ravvicinate nel tempo.
Si fanno uscire gli alunni dalla scuola? Li si lascia andare a casa? Si avvertono i genitori?
Sono tutte domande alle quali la scuola deve dare risposte ed è bene che vi siano regola chiare e condivise in modo da evitare equivoci oltre che l’nsorgere di responsabilità anche gravi a carico degli operatori scolastici.
La prima regola da tenere presente è che per nessuna ragione gli alunni possono essere mandati a casa da soli (si può discutere di questa ipotesi solo per studenti di almeno 16 anni, mentre per i maggiorenni il problema non sussiste del tutto). Ed è bene fare attenzione anche ad “autorizzazioni” in tal senso rilasciate dalle famiglie perchè in più circostanze tali autorizzazioni sono state considerate dalla autorità giudiziaria non solo ininfulenti ma addirittura una aggravante a carico della scuola stessa.
In caso di evacuazione dell’edificio scolastico gli alunni devono comunque continuare ad essere sorvegliati dai docenti o da altro personale scolastico o nelle aree interne alla scuola (cortili, ecc..) o, se gli spazi non fossero sufficienti, in aree circostanti, eventualmente indivuate in collaborazione con l’ente locale e comunque precisate e descritte nel piano di emergenza.
A questo punto sarebbe bene che le famiglie venissero avvertite della situazione utilizzando anche le molteplici opportunità offerte dalle tecnologie di comunicazione; l’importante è che le famiglie siano a conoscenza dei canali di comunicazione utilizzati.
In ogni caso, è bene ripeterlo, gli alunni non possono e non devono uscire dall’area scolastica fino a che vengono “prelevati” dai genitori.
E’ inevitabile che, in caso di emergenza, gli operatori scolastici siano in qualche modo costretti ad assicurare la propria presenza a scuola al di là dei normali obblighi orari: si deve però considerare che l’alternativa potrebbe essere quella di ritrovarsi invischiati in situazioni ben più sgradevoli con rischi di carattere penale o civile.