Sono i cinquanta i tredicenni che hanno scelto di dedicare l’ultima settimana di libertà prima dell’inizio della terza media alla scoperta del classico, accogliendo la proposta del D’Azeglio. «Abbiamo organizzato una “summer school” di orientamento in cinque mattine», racconta la preside (ex allieva) Chiara Alpestre. In programma una caccia al tesoro letteraria, laboratori sulle scritture antiche, la fiaba, il mondo classico (attraverso i fumetti), giochi logico-matematici e linguistici, un laboratorio teatrale».
«I professori dicono che sarei più portato per l’artistico, ma io penso che il classico mi possa aprire più porte», ha raccontato Ludovico, il cui mito è il maestro Baremboin. «Studio pianoforte e farò l’esame per entrare in Conservatorio, pianoforte». L’incontro con Ludovico, che studia alla media Bobbio, e con gli altri ragazze e ragazzi, è avvenuto durante il laboratorio teatrale (teatro in Grecia e a Roma, va da sé) curato da Francesco Varano di Teatro e Società. «Ho degli amici che studiano già qui – ha detto Benedetta, allieva dello Spinelli – e ho colto un’occasione ben diversa e più profonda degli open day». Elisa frequenta la media Gramsci a Grugliasco: «Ho trovato la proposta del D’Azeglio sul web e mi sono iscritta. Mi affascinano gli alfabeti antichi e sono portata per le materie letterarie». Giorgia, allieva della Meucci: «Abbiamo fatto esperienze appassionanti». Sara, di Avigliana, calcola il tempo per arrivare in via Parini e ammette: «Sono indecisa tra classico e linguistico, ho fatto il summer camp per capire».
«Abbiamo pensato a questa modalità – racconta la preside Alpestre – per far prendere confidenza con le discipline e con l’ambiente. Abbiamo avuto adesioni un po’ da tutta la città». Ovvio che il continuo calo di iscritti nei classici, anno dopo anno, stimoli la creatività. Ma Chiara Alpestre non è preoccupata: «Secondo me il calo fa parte dei corsi e ricorsi. Certo, questi sono anni in cui le famiglie cercano un esito più immediato, mentre il classico offre una formazione proficua per l’università e per una vita lavorativa ancora “aperta”. Si dovrebbe ricordare, tra l’altro, che è durante l’adolescenza i ragazzi maturano le loro vocazioni e che scelte troppo precoci possono poi essere smentite».
Per recuperare terreno, secondo la preside Alpestre «il classico deve adeguarsi attraverso le tecnologie, una didattica “contemporanea” fatta di attività laboratoriale, cooperative learning, spazi di recupero, internazionalizzazione». Anche studio di una disciplina in lingua straniera.
Un’esperienza diversa la sta facendo il Cavour per avviare l’anno scolastico: un soggiorno a Pracatinat per facilitare un ingresso «morbido» nella nuova realtà di studio. Da oggi a sabato saranno 170 i ragazzi di IV ginnasio ospiti della struttura della Val Chisone specializzata in educazione ambientale: per conoscere e familiarizzare con docenti e compagni.
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