Attualità

Prove Invalsi 2018, più lavoro per il personale e didattica stravolta: la denuncia dei Cobas

Come sappiamo, sono partite dal 4 aprile le prove Invalsi 2018 per le terze classi di scuola media. I questionari si svolgeranno nelle scuola fino al 21 aprile e presentano, come novità assoluta la somministrazione online tramite pc.

L’Invalsi si è detto soddisfatto al termine della prima giornata: “alle ore 12.30 del 4 aprile, 45.000 alunni stavano svolgendo la prova Invalsi, in 40.000 l’avevano già completata” aveva fatto sapere il responsabile nazionale dell’Area prove Invalsi, Roberto Ricci, che non ha nascosto la segnalazione di problemi, che però “sono stati risolti grazie ai nostri consigli: sono previste infatti delle procedure in caso di mal funzionamento”.

Le prove Invalsi sono state anticipate da un coro di scetticismo e contrarietà, dovuti alla dotazione informatica non eccezionale delle scuole italiane e alla connessione internet. Anche il sondaggio de La Tecnica della Scuola ha constatato la disaffezione dei docenti verso le prove Invalsi. E non solo per questi motivi.

La denuncia dei Cobas

Nella giornata del 6 aprile il sindacato Cobas Scuola ha fatto luce su alcune problematiche di natura organizzativa delle prove Invalsi.

Infatti, per il sindacato guidato Piero Bernocchi, le prove quest’anno sono sentiti come “un pesantissimo intralcio alla normale attività didattica e come uno tsunami che sta investendo la quotidiana organizzazione delle scuole”.
Sul post apparso sulla pagina Facebook del sindacato, si elencano una serie di problematiche nate con i quiz Invalsi. Su tutti il numero di docenti insufficienti per partecipare alle prove, che spesso porta i Ds a chiedere un prolungamento dell’orario: “Dove sono tutti questi docenti a disposizione nelle scuole? Non ci sono e così i presidi stanno commettendo tutta una serie di illegittimità di cui potrebbero essere chiamati a rispondere: prolungamento arbitrario dell’orario di lavoro per docenti e ATA (in violazione del CCNL), prolungamento arbitrario di obbligo di frequenza per gli alunni (senza nessuna delibera degli organi competenti), migrazione di intere classi in altri plessi o addirittura in altri Istituti, smistamento programmatico delle classi e/o entrate e uscite con perdita delle ore di lezione, modalità di copertura delle assenze del personale non contemplate dalla normativa e che si configura a tutti gli effetti come interruzione di pubblico servizio”.

Disservizio e problemi alla didattica

Di conseguenza per il sindacato Cobas ci saranno 2 settimane di caos e stravolgimento della didattica: “è già chiaro a tutti che nelle prossime settimane si produrrà un disservizio prolungato mai visto nella scuola italiana e di cui i Signori Invalsi come al solito non si curano affatto, lontani come sono dalla realtà concreta e quotidiana delle scuole.  E tutto questo non per una sola giornata, ma per tutti i giorni delle prove (che variano da scuola a scuola a seconda dei potenti mezzi informatici disponibili) che da quest’anno sono tre (italiano, matematica, inglese).
Un vero e proprio caos che in alcune scuole si protrarrà per anche più di due settimane e che intaccherà non solo le classi terze, ma i problemi organizzativi finiranno per interrompere l’attività didattica anche nelle altre classi”.

Come altri sindacati, anche Cobas non crede alla valutazione delle competenze tramite i quiz Invalsi: “Ma al di là del caos organizzativo restano ferme e preponderanti le critiche ad un sistema di valutazione degli apprendimenti mirato in modo chiarissimo all’accertamento dell’acquisizione di competenze addestrative decontestualizzate, mettendo in secondo piano tutto ciò che non è misurabile, ma che costituisce il cuore del nostro fare scuola: cogliere i nessi, sviluppare analisi in profondità, confrontare tesi diverse sullo stesso argomento, sviluppare una visione di insieme dei fenomeni, contestualizzare….”

Stravolgimento alla didattica e mancanza di animatori digitali

Il segretario Bernocchi ha posto attenzione anche su un problema sollevato da questa testata prima dell’inizio delle prove, ovvero lo stravolgimento dell’attività didattica. Infatti, le scuole medie subiranno degli cambiamenti alla didattica che andranno oltre probabilmente il 21 aprile.
E per non parlare dell’animatore digitale tenuto a vigilare sulle prove: l’animatore digitale è assegnato 1 per ogni scuola. Ma le scuole, specie gli istituti comprensivi, possono avere più plessi. Risulta evidente che l’organizzazione delle prove Invalsi su più plessi, con un solo animatore digitale, risulta alquanto svantaggiosa e ricca di interrogativi, dato che l’animatore digitale non ha il dono dell’ubiquità.

Fabrizio De Angelis

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