La quota di alunni delle regioni del Nord-Est che hanno raggiunto risultati soddisfacenti nelle prove Invalsi 2019 è in linea con i livelli internazionali. Anche nelle altre zone del Centro-Nord, il livello generale appare più che sufficiente. Ben diversi sono gli esiti emersi al Sud, dove le competenze sono in media decisamente più basse, con preoccupanti picchi negativi in alcune regioni, a partire della Campania. Il timore è che al Meridione vi siano classi segregate, ovvero composte per livelli di competenze. I dati emergono degli ultimi dati Invalsi, presentati a Roma all’interno del Rapporto 2019. Su questi risultati, La Tecnica della Scuola ha intervistato Roberto Ricci, responsabile nazionale delle prove Invalsi.
“Le differenze che emergono nel 2019 – spiega Ricci – sono quelle principalmente in parte già conosciute, ovvero tra il Centro-Nord da un lato ed il Sud dall’altro. La cosa che emerge con forte con rilevanza è che queste differenze anziché ridursi con il passaggio dalla scuola primaria alla scuola secondaria di secondo grado, invece aumentano e diventano più rilevanti”.
A proposito dell’alto gap territoriale, Ricci ha detto che “abbiamo alcune zone del Paese, in particolare del Mezzogiorno – Calabria, Sicilia, Sardegna e Campania – dove il numero di studenti che non raggiunge i livelli adeguati di preparazione è piuttosto alto. È da qui che dovrebbe ripartire una riflessione generale, che chiama tutti in causa per affrontare seriamente e serenamente questo problema”.
“Le differenze di genere si confermano anche quest’anno con i ragazzi in vantaggio rispetto alle ragazze in matematica e, al contrario, per l’Italiano e l’Inglese. Al di là di queste piccole differenze – ha continuato l’esperto dei test Invalsi -, credo che dobbiamo tutti riflettere perché non dare uguali opportunità ai maschi e alle femmine, ma soprattutto a queste ultime, quindi in particolare in Matematica, significa fare un danno alle ragazze ma anche all’intero Paese. Perché le ragazze hanno, in generale, risultati scolastici migliori, profondi e più solidi”.
Interpellato su come i docenti possono agire sugli studenti, Ricci ha ricordato che “l’apporto di un insegnante valido e preparato è fondamentale, sempre e comunque”, sia in aree territoriali più agevoli, sia in quelle più difficili per il contesto scolastico: “questo è nella storia di ciascuno di noi”, ha sottolineato il responsabile delle prove Invalsi.
Sui rimedi da adottare per migliorare le competenze degli alunni più indietro, infine, Ricci ha auspicato “che si possa da domani prendere in mano le indicazioni nazionali che ci dicono già tantissimo, lavorare concretamente su risultati, magari aiutandosi anche, seppure in modo non esclusivo, con gli esempi forniti dall’Invalsi”.
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