Non tengono il passo in Italiano e Matematica, ma in Inglese sono allineati ed in certe regioni anche più bravi: è il risultato delle prove Invalsi riguardante gli alunni stranieri, sulla base del Rapporto relativo ai risultati prodotti da oltre due milioni e mezzo di alunni tra scuola primaria e secondaria e che Anna Maria Ajello ha commentato ai microfoni della Tecnica della Scuola.
Stranieri in difficoltà in Italiano e in Matematica
In tutti i gradi scolastici italiani, spiega l’istituto di valutazione, gli allievi non italiani hanno fatto riscontrare nelle discipline Italiano e in Matematica punteggi nettamente più bassi di quelli degli alunni madrelingua.
Le distanze tra gli uni e gli altri tendono però a diminuire nel passaggio tra la prima e la seconda generazione d’immigrati e nel corso dell’itinerario scolastico, in particolare in Matematica, materia dove pesa di meno la padronanza della lingua del paese ospitante.
Nella terza secondaria di primo grado, classe terminale del primo ciclo d’istruzione, la differenza tra italiani e stranieri di seconda generazione è, a livello nazionale, di 18 punti circa in Italiano e di 9 punti in Matematica.
Per quanto riguarda l’Inglese, altra disciplina valutata dai test Invalsi, gli alunni stranieri hanno fatto riportare risultati simili a quelli dei loro compagni italiani: in diverse regioni, gli stranieri, in particolare di seconda generazione e nella prova di ascolto, li hanno anche superati.
L’altra interpretazione
Il dato sull’inglese, però, può avere anche un’altra chiave di interpretazione: quella della modesta conoscenza della lingua britannica da parte degli alunni italiani.
In effetti, nella prova di lettura in inglese, all’ultimo anno della scuola secondaria superiore, il 51,8% degli studenti delle scuole italiane raggiunge il B2. Invece, il 10,6% non raggiunge il B1, ossia si posiziona a un livello di competenza molto basso dopo 13 anni di scuola.
Come già riportato, in Calabria, Sicilia e Sardegna la percentuale degli allievi che raggiungono il B2 scende, rispettivamente, al 31%, al 34,8% e al 34,1%.
Ancora più forte il divario rispetto al dato nazionale nella percentuale di allievi con risultati molto bassi. Infatti le percentuali di allievi che non raggiungono il B1 sono: Calabria 21,7%, Sicilia 18,2% e Sardegna 20%. Nella prova di ascolto (listening) solo il 35% degli studenti delle scuole italiane raggiunge il B2, traguardo previsto alla fine della scuola secondaria di secondo grado.
Invece, il 25,2%, cioè uno studente italiano ogni quattro, non raggiunge il B1, ossia si posiziona a un livello di competenza basso dopo 13 anni di scuola. In Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna la percentuale degli allievi che raggiungono il B2 scende, rispettivamente, al 19,9%, al 14,6%, al 14,8% e al 20,7%, a fronte del 49,3% del Veneto.