“Sul potenziamento dell’azione di valutazione del sistema INVALSI”: così si intitola una risoluzione presentata dal deputato del Gruppo Misto Gabriele Toccafondi in discussione presso la Commissione Cultura della Camera.
La risoluzione presenta un certo interesse politico perché sarà l’occasione per capire la posizione che il Governo e il M5S in particolare intendono assumere proprio sul ruolo e sulla vita futura dell’Invalsi.
Detto in estrema sintesi, il documento Toccafondi chiede al Governo l’impegno “a proseguire nell’azione di valutazione del sistema dell’Invalsi, a migliorare le attività di istruzione e la preparazione degli studenti, anche attraverso il monitoraggio costante e continuo, prevedendo, nel percorso valutativo, anche l’inserimento di altre competenze come soft skills, al fine di avere, sull’intero territorio nazionale, un sistema di istruzione omogeneo e al passo con gli altri Paesi dell’area Ocse”.
Il 21 febbraio scorso, nel presentare la risoluzione, Toccafondi ha sottolineato che “per poter migliorare il servizio è essenziale conoscere il livello di preparazione dei ragazzi” e che in un sistema scolastico come il nostro, basato su “indicazioni nazionali che non prescrivono né argomenti né metodi, ma solo traguardi finali, il sistema di valutazione non solo serve, ma è indispensabile”.
“Se infatti ogni scuola opera scelte diverse, nei contenuti e nei metodi – ha ribadito Toccafondi – la responsabilità degli esiti è della scuola e questo implica la necessità di un sistema di valutazione, a garanzia della conformità degli esiti del lavoro scolastico rispetto alle previsioni nazionali, oltre che a tutela dei ragazzi, per i quali è fatta la scuola”.
Il punto di vista di PD e FI
Nella stessa seduta del 21 febbraio ci sono stati anche i primi interventi.
Valentina Aprea (FI) si è espressa a favore del documento sottolineando anche l’importanza della cultura della valutazione e rimarcando di “non condividere il depotenziamento, voluto dal Governo in carica, delle prove di verifica che erano state costruite con tanto impegno nel corso di molti anni, le quali servono anche per consentire all’Italia di partecipare alle rilevazioni in materia di istruzione curate dagli organismi internazionali, come l’OCSE, e ad avere termini di paragone autonomi a fronte delle valutazioni di questi organismi”.
Anche Flavia Piccoli Nardelli (PD) ha espresso l’appoggio del gruppo del Partito democratico alla risoluzione cogliendo l’occasione per affermare che, a suo avviso, “è molto grave aver escluso il ruolo delle prove INVALSI nell’esame di Stato, soprattutto se si considera quanto è stato difficile superare le resistenze di docenti e famiglie verso un sistema di valutazione di questo genere”.
Nei prossimi giorni la Commissione riprenderà l’esame del documento e c’è molta attesa di conoscere la posizione che verrà assunta dal M5S che – anche in campagna elettorale – non ha mai nascosto il proprio “fastidio” per l’Invalsi e per l’uso delle prove sia in corso d’anno sia in occasione degli esami finali.
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