Fa discutere la lettera inviata ai genitori da un istituto professionale calabrese, nella quale si annuncia la sospensione degli studenti assenti alle prove Invalsi.
A denunciare l’invio della lettera ai genitori degli studenti di una seconda classe dell’Istituto professionale statale di Decollatura, in provincia di Catanzaro, preceduta da un sms per assicurarsi della consegna, sono stati i Partigiani della scuola Pubblica, venutisi a costituire per organizzare proteste e azioni di contrasto verso la Legge 107/2015.
“Si comunica che in caso di assenza di massa o di rifiuto di compilazione delle prove (le prove Invalsi alla base del Snv, Servizio Nazionale di Valutazione, ndr), agli alunni verrà comminata la sanzione disciplinare di tre giorni di sospensione con l’attribuzione nello scrutinio finale del 6 in condotta e la sospensione degli ‘aiuti’ durante gli scrutini finali”.
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Quindi, a leggere la denuncia, sembra che la sospensione non sia l’unica “punizione” contro il mancato svolgimento dei test standard nazionali: il consiglio di classe comminerebbe anche il 6 in condotta e nessun “aiutino” per evitare “sospensioni di giudizio” o addirittura bocciature in sede di scrutinio finale.
In effetti, se le cose stanno così, si tratterebbe di adottare dei provvedimenti disciplinari davvero eccessivi. Anche perchè potrebbero subirli pure quegli alunni risultati assenti non certo per esentarsi dallo svogimento delle prove Invalsi. Certo, la scuola potrebbe chiedere loro una giustificazione o un certificato. Ma, a quel punto, lo stesso documento potrebbero produrre anche tutti gli altri.
Per i Partigiani della scuola Pubblica non vi sono dubbi: questa lettera, firma dal dirigente scolastico dell’istituto superiore del catanzarese nei giorni precedenti le prove Invalsi svolte lo scorso 12 maggio, rappresenta un “terribile risultato di ridondanza” contenuto nella Buona scuola.
I Pdsp, infine, non si fermano all’atto di denuncia: dopo aver solidarizzato “fortemente con Studenti e Genitori iniquamente minacciati, diffidano il direttore scolastico dal dare seguito alle intimate punizioni, al fine di evitare ‘scomode’ azioni giudiziarie”.
Ecco come cambieranno le prove Invalsi entro i prossimi due anni.
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