Riceviamo e pubblichiamo la replica di Francesco Sinopoli, segretario generale Flc-Cgil, all’articolo “Sinopoli: mia figlia non farà le prove Invalsi. Ed è polemica“, pubblicato nei giorni scorsi su La Tecnica della Scuola.
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Caro Direttore,
in merito all’articolo dal titolo: “Sinopoli: mia figlia non farà le prove Invalsi. Ed è polemica”, la scelta di pubblicare un post tratto da Facebook, per farne occasione di banale strumentalizzazione politica e linciaggio personale, fa indignare e ci interroga sul ruolo del giornalista e della corretta informazione. Come talvolta accade quando manca la mediazione giornalistica, si estrapola da un contesto più ampio e argomentato la frase chiave e se ne fa oggetto della notizia.
Il contesto era il convegno della FLC CGIL sulla valutazione (non solo sul ruolo dell’Invalsi), con la presenza di ospiti di assoluto rilievo scientifico e istituzionale.
E si è trattato di un convegno che ha aperto il dibattito con notevoli spunti di interesse pubblico e collettivo. E come accade quando si guarda il dito e non la luna, ecco che una parte, forse interessata, dell’opinione pubblica, punta esclusivamente su una frase, il cui contenuto confermiamo, piuttosto che ragionare correttamente sul “valore” enorme delle posizioni espresse nel corso del convegno, che hanno portato a quella convinzione.
Sarebbe bastata una telefonata, o uno sguardo alla registrazione del convegno pubblicata sul sito della FLC CGIL, così come richiede la deontologia giornalistica, per capire senso e complessità delle argomentazioni. Invece no, si è preferito scatenare una bufera in un bicchiere d’acqua rilanciando un post scritto su Facebook sulle pagine del suo quotidiano online.
È questa scelta che indigna e ci fa parlare di scorrettezza nell’informazione, perché colpisce direttamente la funzione dirigente di un sindacalista (equiparandolo strumentalmente, tra l’altro, a dirigenti politici distanti anni luce), e come persona, nel suo ruolo di padre, che pure rivendica la libertà di decisione senza con ciò scatenare polemiche artificiose.
Se si vuole dibattere nel merito delle nostre posizioni su valutazione, interna ed esterna, di sistema o degli apprendimenti, pronti a farlo, in ogni sede. Ma per favore, la si smetta di criticare posizioni legittime con attacchi di natura personale.
Invitiamo dunque Lei, direttore, a rivedere il convegno sulla valutazione. Vedrà che non se ne pentirà e ammetterà di aver sbagliato.
Francesco Sinopoli
LA RISPOSTA DELLE DIREZIONE DELLA TECNICA DELLA SCUOLA:
Gentile Segretario Generale,
a proposito delle sue osservazioni, ci permettiamo di farle osservare che già in data 21 ottobre la nostra testata aveva riportato la notizia sulla posizione del segretario generale Flc-Cgil pubblicando un articolo dal titolo:
Non riusciamo quindi a comprendere il motivo del suo “disappunto” per il secondo articolo, nel quale ci siamo limitati a riprendere la notizia riportando alcune critiche di Cinzia Mion, persona peraltro assai nota nel mondo della scuola e alle quali non abbiamo aggiunto assolutamente nulla di nostro. Né, soprattutto, abbiamo espresso alcun giudizio sulle sue esternazioni.
Per quanto riguarda le sue accuse di linciaggio e di attacchi personali, ci pare che lei dovrebbe rivolgerle a chi non ha apprezzato la sua presa di posizione sulle prove Invalsi e sulla sua intenzione, ovviamente del tutto legittima, di non far partecipare sua figlia alle prove stesse. Noi abbiamo semplicemente riportato una opinione (anch’essa legittima) diversa dalla sua.
Ci sia permessa, infine, una considerazione a margine: è del tutto evidente che la sua affermazione in questione non poteva passare inosservata e quindi ci sembra normale che gli organi di stampa se ne potessero occupare.
Per quanto riguarda il merito del convegno, la informiamo che lo abbiamo seguito ancora prima del 20 ottobre, realizzando anche una video intervista con Dario Missaglia e Massimiliano De Conca. Successivamente, abbiamo attentamente seguito il convegno, al quale abbiamo dedicato più articoli.
Sulle sue considerazioni relative alla nostra professionalità e alla nostra deontologia preferiamo soprassedere e lasciare che siano i nostri lettori a pronunciarsi.
Cordiali saluti.
Alessandro Giuliani
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